(M. Gaetani) Ai gigliati non basta una gara giocata totalmente all’attacco: miracoli di Lobont e Goicoechea, due pali, colpiti da Jovetic e Pizarro, tante occasioni sprecare. Al 92′ decide uno dei tanti ex di giornata: l’italoargentino frena i sogni Champions della formazione di Montella, 24 punti in 12 partite per Andreazzoli
FIRENZE – La stessa partita, a tre anni di distanza. I quasi 100 minuti del Franchi sembrano il remake della gara che la Roma vinse sullo stesso campo nel 2010: la Fiorentina domina, il 9 giallorosso la risolve. All’epoca fu Mirko Vucinic, oggi il tanto bistrattato Pablo Daniel Osvaldo: insolente quanto si vuole, ma centravanti vero, forte, di quelli che spostano gli equilibri di una partita e non solo. È lui a svettare in area di rigore in pieno recupero e a spedire alle spalle di Viviano il pallone che rischia di archiviare i sogni Champions della Fiorentina, Milan permettendo, e che avvicina i capitolini al traguardo Europa League.
ANDREAZZOLI E MONTELLA – Il gol dell’italoargentino regala gloria, e paragone con Claudio Ranieri, ad Aurelio Andreazzoli, che dell’avversario odierno fu assistente proprio per gestire il post dimissioni del mister di San Saba: fanno 24 punti in 12 partite, la proiezione su 38 giornate è tanto facile da fare quanto dannosa per lo stomaco di chi ha a cuore il giallorosso, pensando agli sprechi della prima parte di stagione. Prosegue il tabù Roma per Vincenzo Montella, ancora a secco di vittorie in cinque sfide contro il suo vecchio amore. Due pareggi ai tempi di Catania, tre sconfitte sanguinosissime in viola: avrà comunque poco da rimproverare ai suoi, perfetti nell’applicazione di un calcio che ha portato in alto la Fiorentina, rendendo un pallido ricordo le sofferenze di 12 mesi fa.
AVVIO TATTICO – Il match d’andata fu all’insegna dello spettacolo, l’avvio di quello di ritorno spiega alla perfezione cos’è cambiato nell’undici capitolino, che scende in campo col chiaro intento di sporcare le linee di passaggio viola: Florenzi e Lamela molto ligi in copertura, Totti affianca Osvaldo in fase di non possesso ma si stacca da trequartista quando è la Roma a gestire il cuoio. Ne esce un inizio di gara in cui i padroni di casa faticano a far uscire la sfera con pulizia dal pacchetto arretrato. Al 4′, da una palla persa da Pasqual, nasce il primo pericolo: Rodriguez mette giù Totti, il 10 romanista spara su punizione da 28 metri, Viviano ci mette i pugni. Col passare dei minuti i viola guadagnano campo ma la fase difensiva ospite è efficace. È il 20′ quando Florenzi riesce ad inserirsi centralmente: alto il suo colpo di testa. Sul ribaltamento Burdisso è chiamato a fare gli straordinari. Cuadrado sfonda centralmente ma non riesce a portarsi avanti il pallone, Borja Valero si inserisce e calcia a rete: scivolata provvidenziale del difensore argentino.
L’EFFICACIA DI LOBONT – La Fiorentina si piazza stabilmente nella metà campo romana, Andreazzoli si sbraccia e chiede ai suoi di rimanere almeno in 3 ad attendere il contropiede: gli riesce al 27′. Totti per Osvaldo, destro dal limite, blocca Viviano. Alla mezz’ora uno scontro aereo con Rodriguez sembra estromettere dalla contesa Lobont: l’estremo rumeno sanguina copiosamente dal naso ma riesce a restare in campo almeno fino all’intervallo. È uno sforzo decisivo, visto che l’ex portiere dell’Ajax al 38′ si supera su un mancino secco di Jovetic, sporcandolo quel tanto che basta per trasformare il possibile gol dell’1-0 in un palo pieno. Dal tunnel, però, esce Goicoechea: i pensieri dei tifosi romanisti volano ai disastri contro il Cagliari, il campo darà invece ragione all’uruguagio.
MAREA VIOLA – L’inizio della ripresa è tutto dei padroni di casa. La corsia sinistra viene messa a ferro e fuoco, Ljajic sfiora l’incrocio dei pali all’11’. È il prologo a 5 minuti di dominio e panico: Goicoechea salva su un’altra conclusione del giovane serbo, poi è Pizarro a sparare dai 18 metri, si va alla conta dei centimetri per capire di quanto sia uscita la sfera. Cuadrado innesca Aquilani in verticale, De Rossi spunta da una botola a centro area e respinge la conclusione in spaccata del 10 viola. Il colombiano decide dunque di mettersi in proprio, botta da fuori, di poco a lato. Montella cala le carte Toni e Mati Fernandez, la prima giocata del cileno è una rabona che vede il suo piede destro impattare contro il terreno: la sua gara non migliorerà.
LA TESTA DI OSVALDO – L’assalto prosegue, al 28′ Borja Valero cerca ancora l’angolino basso, gran risposta di Goicoechea che dimostra di aver appreso il costume italiano alla grande: Mazzoleni indica la rimessa dal fondo, i toscani lo esortano a consultare il portiere che, interrogato dal fischietto, fa il vago. Niente corner. Andreazzoli alza la diga a protezione del pari – Marquinhos per Florenzi – e trema al minuto 31. Ljajic, gran partita la sua, mette in mezzo da sinistra. De Rossi apre il braccio, forse spalla, forse no, per Mazzoleni vince il no, solo corner. Il replay, a fine match, gli darà torto. I viola schiumano rabbia e si gettano avanti, trovandosi addirittura scoperti a 10′ dalla fine: Osvaldo conclude senza fortuna. La buona sorte, d’altro canto, non manca nell’altra metà campo. Scocca il novantesimo e con esso un dardo infuocato, uscito dall’arco di Pizarro: palo pieno, il secondo della contesa, il quinto colpito dai gigliati nelle due gare al Franchi contro la Roma. Che passa, quando nessuno sembra più aspettarselo. Angolo da sinistra, Pjanic mette in mezzo, Rodriguez è in ritardo e Osvaldo di testa fa 0-1. Come Vucinic. Andreazzoli, chissà, come Ranieri. E Montella mastica amaro.