In vista della gara di domani sera contro il Chievo e reduce dalla sofferta vittoria di Firenze, il tecnico romanista Aurelio Andreazzoli, parlerà tra poco in conferenza stampa. La gara contro i clivensi si disputerà allo stadio Olimpico alle ore 20:45 e sarà diretta dal signor Sebastiano Peruzzo della sezione di Schio.
E’ andato oltre quello che si aspettava?
“Credo sia opportuno trasferire questo conteggio alla fine del campionato. Sono classifiche parziali, io faccio riferimento a quella finale che è quella che conta. Credo che a questa media manchi qualcosa. Sul campo avremmo meritato di più. Siamo contenti e speriamo di migliorare questa media con la partita di domani. Non sarà semplice, come in tutte le gare. Ho l’abitudine di considerare molto gli avversari al di là della classifica. Sono avversari, quindi da battere”.
25 punti dividono la Roma dalla Juventus. Come si può ridurre questo grosso divario?
“Non credo che ci sia una differenza così marcata. Lo stiamo dimostrando con i numeri già citati, tenendo una media di quel tipo e facendo una proiezione si vede che la possibilità di competere è completa. Ma c’è ancora della strada da fare”.
Si ha la sensazione che la squadra non prepari bene le partite “facili”. E’ un aspetto che è stato risolto?
“Le sensazioni le danno il tipo di allenamento. Devo dire che il lavoro di stamattina, come quello di ieri, pur parziale, lascia prevedere che ci sarà una prestazione di alto livello, perché l’allenamento ha espresso questo. La gara lo deve confermare, ma anche prima del Pescara e del Palermo avevamo una condizione di questo tipo. Eravamo usciti da una gara in casa contro il Parma nella quale la squadra si era espressa in modo particolare”.
Non si sente derubricato un po’ troppo presto per quanto riguarda il futuro?
“Gli allenatori sono legati ai risultati. Forse a volte anche troppo, credo che in qualsiasi ambito lavorativo sarebbe opportuno fare valutazioni a tutto tondo. In ambito sportivo quell’aspetto è predominante. Non mi preoccupo perché penso solo a fare meglio di quanto fatto fino ad oggi. Tra i risultati che io voglio ottenere c’era quello di dare continuità alla squadra, abbiamo fatto miglioramenti impressionanti sotto molti aspetti. Ci sono i numeri, ci sono gli atteggiamenti, c’è una componente che esalto sempre, vale a dire il fatto che ho un gruppo che si vuole bene, che mette impegno e che si rispetta, che ha il piacere di vedere il successo di lavora vicino, come Goicoechea che ha passato un periodo particolare e che, chiamato in causa, ci ha dato l’opportunità di vincere a Firenze”.
Sabato è tornato alla difesa a 3. E’ destino di questa squadra dover cambiare modulo in corsa?
“A me sembra che sia interpretato come un aspetto negativo il fatto che la squadra cambi assetto durante la gara, come se fosse un peccato da dover limitare o nascondere. Credo che sia un aspetto positivo quando una squadra riesce a migliorare la propria condizione quando all’interno di una partita si propone una cosa nuova. Questo è merito di chi sta in campo e di chi fa le proposte e si è fatto capire, ed è anche una valutazione del momento. Lo reputo un aspetto molto positivo”.
Per una certa fase della partita, ci sono stati giocatori un po’ statici. C’è un problema fisico?
“Non credo. Bisogna saper fare i conti con l’avversario e spesso non lo si considera. Nel primo tempo abbiamo fatto un’ottima gara, credo meglio della Fiorentina. Poi la Fiorentina ha preso il sopravvento e ce lo aspettavamo, sapevamo come dovevamo comportarci. Totti ha fatto un primo tempo eccellente come non sempre fuori casa gli è dato possibilità di fare, è chiaro che poi si può anche calare. Ho visto che la squadra è riuscita a riprendere le fila del gioco e ha proposto 4-5 contropiede interessante e ha proposto 3 conclusioni a rete che se non respinte da avversari potevano essere decisive. E abbiamo finito la partita non soffrendo. C’è stato un piccolo calo, ma l’aspetto tattico ha rimesso a posto tutto”.
Tabellini alla mano, è un dato di fatto che Destro e Osvaldo hanno giocato pochissimo insieme. I due possono coesistere?
“Siccome li abbiamo visti poco insieme dobbiamo verificare, sono le gare che possono dire una cosa o l’altra. Io credo di sì, sono simili come caratteristiche e il dubbio può derivare da questo aspetto, ma credo proprio di sì”.
Le condizioni di Lobont? Quanto è felice di aver visto Goicoechea con la testa nella partita?
“Quello col Cagliari è stato un infortunio che può capitare a tutti, è stata una disgrazia. Ma non dimentichiamoci che Goicoechea, prima di quella situazione, aveva avuto occasioni per salvare la squadra. Per quanto riguarda la determinazione di Lobont a disputare gare in condizioni particolari non ho il minimo dubbio. Lui è un grande in questo senso. Può solo avere la sfortuna di prendere un’altra botta, ma farebbe male anche a chi non ha fratture. Oggi va a fare le misure per la mascherina, domani la prova e se ci sarà bisogno la metterà, ma non lo so. Conoscendolo, credo che non la metterà”.
La Roma riesce a reggere due mediani senza un costruttore di gioco?
“L’abbiamo dimostrato. Nel momento in cui riterremo di non poterli più reggere correremo ai ripari. Credo che Daniele e Bradley nelle ultime due gare abbiano fatto grandi cose. Si sono sobbarcati un lavoro che anche per colpa del loro allenatore, che li ha messi un po’ in una condizione disperata, ma ero certo che mi avrebbero dato una risposta e lo hanno fatto”.
Pjanic è rimasto fuori nelle ultime due partite. Quali sono le sue condizioni fisiche? Visti gli impegni ravvicinati sta pensando al turnover?
“Lui sta decisamente meglio, la sua condizione generale sta migliorando. Ha ancora un po’ di fastidio alla caviglia che non lo lascia libero di mostrare le sue abilità tecniche, ma anche quella è in via di miglioramento. C’è solo bisogno di tempo, lo sa lui e lo sappiamo noi. Abbiamo fatto una scelta di lavoro differenziato dedicando meno tempo alla palla per non stressargli la caviglia e i risultati stanno uscendo. Turnover? Qualcosa faremo”.
Ha avuto modo di parlare con Osvaldo? Può definirsi ricucito lo strappo con la tifoseria? E’ possibile prendere un giallo a ogni gol per le magliette mostrate?
“Questo delle magliette mi dispiace un po’, non siamo in grado di concedere nulla di quel tipo e sarebbe opportuno evitare, anche perché non porta granché. Non ho parlato con lui, mi ha abbracciato fortemente dopo la partita ma non c’è stato bisogno di dire nulla in particolare. Lui è felicissimo, io sono felice quanto lui e mi auguro che ci sia questa continuità della quale tutti usufruiamo”.
Quanto ha inciso Andreazzoli sul recupero di Osvaldo?
“Moltissimo”.
L’assenza di Balzaretti può indurla a tornare a 3 in difesa?
“Stiamo facendo una pianificazione del territorio (ride, ndr). Siete molto attenti, ma non completamente attenti. Se lo foste stati avreste notato qualcosa di particolare. C’era la difesa a 3, ma c’era una cosa particolare”.
A quattro partite dal termine è finita la ricerca di un modulo?
“Non di capisce perché devo cercare un modulo. Ho studiato tanto per capire com’è il calcio e come va gestito, per quale motivo dovrei limitarmi a un modulo? Un modulo è mettere a disposizione una serie di numeri per far rendere al meglio i giocatori. E’ necessario dare la possibilità ai calciatori di esprimersi al meglio possibile nel rispetto delle loro caratteristiche e di quelle dell’avversario. Non dimentichiamoci che l’avversario ha la stesse prerogative”.
Il suo giudizio tecnico su Lobont? Cosa gli manca per essere il titolare?
“Lobont è un grandissimo. Mi esprimo senza alcun tipo di problema, di solito viene difficile parlare dei calciatori, ma è un numero uno assoluto. E’ un piacere averlo nello spogliatoio e usufruire della sua presenza. Per la squadra è sempre un vantaggio. Sotto l’aspetto tecnico è un calciatore fortissimo, è un grandissimo aiuto per trasmettere quello che io voglio alla squadra, cosa che non è sempre facile fare. Credo che noi allenatori abbiamo una grande impossibilità di lavoro, vale a dire quella di non poter comunicare alla squadra per 45 minuti. Per me è una mancanza, è impossibile negli stadi comunicare anche il minimo pensiero. In un calcio che contempla la comunicazione a tutti i livelli siamo all’età della pietra. I time-out? Almeno uno dammi la possibilità di farlo. Non vedo perché non lo si debba fare. Un allenatore non può comunicare un aspetto tattico ai calciatori, per me è assurdo. Mi piacerebbe si accendesse un dibattito. Il problema dell’allenatore è parlare tutta la settimana e non posso parlare durante la partita. C’è un secondo allenatore che non può comunicare con i calciatori. Alessio alla Juventus aveva la funzione del primo allenatore, poi trasmetterà il pensiero di Conte, ma ai calciatori deve trasmetterlo lui. Sarò una voce fuori dal coro, ma per me è una mancanza assolutamente importante”.
E’ ipotizzabile un Totti in panchina? Lamela è in diffida…
“E’ tutto possibile. Qualcosa faremo. Ora facciamo bene le valutazioni, finisco di studiare il Chievo e poi ho tutta la giornata di domani”.
Redazione GazzettaGialloRossa