Al convegno “Uno stadio per amico: stadi e impianti sportivi, risorse per la collettività”, organizzato da ASI-Associazioni Sportive e Sociali Italiane, in collaborazione con Roma Capitale e con il patrocinio del Comitato Olimpico Italiano c’era anche l’Ad della Roma Claudio Fenucci, che ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al prossimo stadio della Roma:
“Il Sistema Calcio ha bisogno di una normativa che dia certezza sui tempi, perchè è necessaria per avvicinare investitori per la costruzione di impianti. – le sue parole – Una normativa che, come ha ricordato il presidente della Lazio Lotito, non prevede aiuti pubblici. Non esiste un modello inglese, tedesco o americano. Dipenderà dal posto dove si costruisce. Fare un nuovo stadio a Roma non è la stessa cosa come farlo a Lecce. Deve essere compatibile con la costruzione del territorio. Gli stadi non sono solo un fatto economico, ma deve essere un punto culturale. Deve essere la casa del tifoso, avvicinare i supporters che adesso se ne stanno lontani. Il tifoso deve essere riportato al centro della nostra attenzione. Oggi ci si concentra molto sulla partita, mentre noi della Roma attraverso anche l’aiuto del Coni abbiamo cercato di cambaire le abitudini con l’iniziativa del Cuore Village. All’estero il tifoso vive più tempo lo stadio nel giorno della partita. Aggiungo che la nostra Lega Calcio ha bisogno di una nuova organizzazione con campionati strutturati con una maggiore efficienza, se vogliamo attrarre degli investitori e tornare a far diventare i nostri tornei interessanti come un tempo”.
“C’è bisogno di una normativa che dia certezza sui tempi, perchè questo è l’elemento fondamentale per attirare investitori. Una normativa che per prima volta non chiede interventi del pubblico ma lascia l’iniziativa ai privati». È quanto sostiene l’amministratore delegato della Roma, Claudio Fenucci, parlando della legge sugli stadi al convegno ‘Uno stadio per amico: stadi e impianti sportivi, risorse per la collettivita«, organizzato dall’Asi presso il Salone d’Onore del Comitato Olimpico. “Gli stadi di proprietà -sottolinea Fenucci– non sono solo un fatto economico ma culturale. Lo stadio diventa la casa dei tifosi, aumenta l’identità tra tifoso e club e porta comportamenti positivi. E oltre al gap con gli altri campionati, il calcio italiano ha bisogno di recuperare la centralità del tifoso”.
Fonte: adnkronos