(N. Melillo) Non basta la voglia di Totti, troppo precipitosi i giallorossi: i gialloblù chiudono ogni spazio, la Roma non accelera e proprio sul finale arriva la vittoria che vale la salvezza dei veronesi con tre turni d’anticipo. Fischi per Andreotti. La volata per l’Europa League si riaccende
La Roma butta via un jolly preziosissimo nella corsa verso un posto in Europa League: manca di lucidità, di velocità, in più di qualche uomo anche di concentrazione. Non basta il solito Totti a trascinare i compagni e ad accendere la luce. E così un Chievo ordinatissimo chiude tutti gli spazi, prova con rapidi contropiede a far male, stringe i denti e proprio al 90′ colpisce con un contropiede micidiale finalizzato da Théréau per una vittoria che vale la salvezza aritmetica per i gialloblù . E adesso la volata per l’Europa League si riaccende, con udinese, Lazio e Inter che tornano a sperare.
FISCHI PER ANDREOTTI — Fischi assordanti nel minuto di raccoglimento per il Giulio Andreotti, dallo stesso pubblico che poco prima aveva festeggiato con diversi giallorossi campioni d’Italia nel 1983, esattamente l’8 maggio 1983: 30 anni meno un giorno fa. Andreazzoli può contare su Lobont in porta, in campo dopo la frattura del setto nasale anche senza mascherina protettiva. Squadra straoffensiva: non riposa, come si era ipotizzato, Totti, che viene schierato a supporto della coppia Osvaldo-Destro, con Pjanic in campo accanto a De Rossi. Ma soprattutto schiera una Roma col 3-4-1-2 dando spazio a Dodò e Piris. Il Chievo senza Paloschi e Pellissier punta tutto su Théréau e l’ex Stoian davanti.
IL MURO — Il primo tempo lo vince tatticamente il Chievo, che ingolfa la sua trequarti, rallentando il gioco e raddoppiando sempre su Totti, con Cofie di fatto fisso sul capitano giallorosso spesso aiutato da Hetemaj. Troppo lento il gioco della Roma e così la eccessiva densità di uomini non aiuta i padroni di casa a passare. Non bastano un paio di invenzioni di Totti: l’unico vero pericolo per il Chievo arriva al 35′, quando il numero 10 della Roma lancia Piris a destra, dal fondo arriva un cross teso verso l’area piccola, dove Osvaldo calcia a botta sicura, ma proprio lì dove Puggioni può bloccare. Per il resto merita un applauso Stoian, che rientra spesso per dare una mano ai compagni saltando sistematicamente Marquinhos e scappando negli spazi giallorossi mettendo ansia ad Andreazzoli. Ne viene fuori un inevitabile 0-0, con la Roma però che dà la sensazione netta di aver buttato via un tempo: bastava accelerare e questo Chievo difficilmente avrebbe retto. Ma meritano un applauso Dainelli e Cofie per il gran primo tempo.
LA BEFFA — la ripresa inizia con tre brividi: prima Théréau non controlla una gran palla di Hetemaj in area, poi è Totti a mancare il controllo in area servito da Osvaldo, quindi – e siamo al 3′ – Destro si beve Andreolli e Papp e calcia, ma proprio lì dov’è Puggioni. La Roma è trascinata anche stavolta da Totti, che dà velocità e pericolosità alla manovra: un suo tiro all’8′ è deviato da Dramé, si impenna e colpisce la traversa. Andreazzoli toglie Piris per Florenzi. La Roma stringe i tempi e dal 10′ è assedio vero. Il pressing del Chievo non funziona più, coi giocatori che evidentemente accusano la stanchezza. Ma in soccorso del Chievo sembra arrivare la scarsa lucidità di più di qualche giallorosso, sempre più nervoso e precipitoso. Dodò si vede respingere da Andreolli un tiro in area, Papp salva su Osvaldo (tristissima centesma partita in A, la sua), Marquinhos di testa spara alto. Corini toglie uno spento Frey per Sardo. E Andreazzoli prova a scombinare le carte inserendo Lamela per Pjanic. Stoian e Théréau non riescono più a impensierire i rivali. Ma il tempo scorre e il nervosismo è pagato con tanti errori dai romanisti. Iniziano i tiri velleitari e si susseguono i palloni persi malamente. E a 90′ arriva la beffa: contropiede micidiale a sinistra di Dramé, la palla vola verso l’area e Théréau non perdona. Scacco matto e tutti a casa.