(Corriere dello Sport – A.Maglie) – In 9’ la velocità dell’Udinese devasta la Roma. Brutto viaggio in Friuli per Luis Enrique che dopo due vittorie consecutive pensava di aver trovato la strada giusta, almeno per quanto riguarda i percorsi che portano al successo.
Ieri lo spagnolo ha presentato la sua quattordicesima formazione rinunciando in partenza a Bojan e sistemando Pjanic nella posizione di trequartista. Scelte non felicissime perché il bosniaco in quel ruolo non ha aggiunto molto e Greco che lo ha sostituito ha tolto parecchio (palle perse, lento, inconcludente). Non sono apparse convincenti le scelte del tecnico spagnolo, né in partenza (perché cambiare l’assetto del centrocampo che pure contro il Lecce aveva funzionato?) né in corsa (la rinuncia a Gago, il migliore, e la temporanea conferma di Greco non è che abbiano prodotti grandi risultati tanto è vero che dopo l’uscita dell’argentino la Roma è crollata).
L’Udinese è squadra spietata come dimostra il rendimento casalingo (sei vittorie su sei). I ragazzi di Guidolin non concedono spazi al contropiede avversario, non consentono di far girare la palla, soprattutto sulla velocità ti colpiscono sempre. E in 9’ di questa spietatezza la Roma ha fatto le spese. Prima, al 35′ del secondo tempo, ha consentito a Pinzi in tutta tranquillità di lanciare in verticale Di Natale tenuto in gioco da Josè Angel (bravissimo il friulano nel controllo e nella coordinazione dei movimenti) e poi al 44′ quando Armero ha bruciato tutti (non essendo stato messo in fuorigioco da Juan, per il resto non male) trovando comodamente in mezzo all’area, a pochi metri dalla porta, Isla per il tocco finale.
BLOCCATI – Quando si parla di partita tattica inevitabilmente si finisce per sospettare che sia stata brutta. E in effetti il primo tempo della sfida tra Udinese e Roma non ha onorato lo spettacolo a dispetto di due squadre che, comunque, fanno del momento spettacolare un tratto caratterizzante. Ma da un lato Guidolin non voleva consentire alla Roma un possesso-palla capace di innestare improvvisamente gli attaccanti e dall’altro Luis Enrique non voleva regalare spazi a una squadra veloce che, per giunta, sa sfruttarli bene con uomini come Armero e, soprattutto, Di Natale. Il tecnico friulano ha così creato densità in mezzo al campo mettendo, al posto di Floro Flores, Abdi che andava a pressare l’avversario a cui era riservato il compito del primo passaggio, dell’avvio dell’azione, ieri sera De Rossi con Gago mediano destro e Greco mediano sinistro (con spostamento di Pjanic nel ruolo di trequartista). La grande aggressività dell’Udinese ha inevitabilmente creato difficoltà al possesso della Roma che non riusciva a essere né veloce né preciso. La squadra giallorossa avrebbe dovuto allargare il campo ma tanto Lamela quanto Pjanic (con Osvaldo che si accentrava partendo da sinistra) andavano per vie centrali mentre i laterali rimanevano molto bloccati in difesa(tanto è vero che dopo una mezz’ora Luis Enrique ha invitato Josè Angel ad alzarsi un po’ di più). Mancavano alla Roma, poi, i tagli di Bojan. Conseguenza: tanto lavoro a metà campo, molta imprecisione, sostanzialmente scarso divertimento. Tanto è vero che per vedere la prima parata di un portiere gli infreddoliti spettatori del Friuli hanno dovuto attendere il 2′ della ripresa quando De Rossi da una trentina di metri ha fatto partire una conclusione potente che Handanovic ha messo in angolo, con qualche difficoltà.
IL KO – E’ stata, comunque, una partita stranissima perché nella ripresa, sino al gol di Di Natale, la Roma era apparsa più pericolosa (a parte una parata di Stekelenburg su Basta) e (quasi) convincente. Ma i giallorossi non hanno mai dato l’impressione di trovare il bandolo della matassa. Dall’altra parte l’Udinese, pur faticando a trovare le ripartenze giuste, non si disuniva, rimaneva compatta e continuava a difendersi in maniera ordinata. L’uscita di scena di Gago ha fatto saltare gli esili equilibri su cui si era sino a quel momento retto la Roma. L’infortunio di Kjaer (determinato dalla necessità di rincorrere Di Natale in occasione del gol) chiudeva il cerchio della quinta sconfitta in campionato acuendo, per giunta, una emergenza difensiva già esplosa con la perdita di Burdisso.