(Gazz Sport A. Catapano) – Calcio all’italiana batte scuola catalana 2-0. La vittoria perfetta, ottenuta senza inventarsi nulla di strano.
All’Udinese bastano due ripartenze fulminanti per riportare la Roma sulla Terra e rimettere i suoi tifosi davanti al dubbio che li accompagna da mesi: Luis Enrique è un marziano per il nostro campionato? Non che non sapesse a cosa andava incontro, l’asturiano. «Ci aspetteranno e proveranno a colpirci in contropiede», aveva annunciato. Lo sapeva, ma «noi comunque giocheremo all’attacco per 90’», aveva garantito.
Pazienza Ma è andata esattamente così? «No — spiega Luis Enrique —, in realtà avevo chiesto ai ragazzi, ai terzini in particolare, di essere più attenti proprio alle loro ripartenze. Forse anche per questo ci è mancata profondità. Eppure, avevamo fatto un buon lavoro, almeno fino all’1-0, e in quell’occasione siamo stati anche sfortunati perché Kjaer si è fatto male (stiramento ai flessori, ndr)». Episodio a parte, «stavolta la fase difensiva è andata molto bene, meno la costruzione del gioco — racconta Luis Enrique —. Il pareggio, comunque, sarebbe stato più giusto». A questo punto, quali sono le vere ambizioni della Roma? «Vincere quest’anno sarà dura, ha ragione De Rossi. Io non sono pessimista, ma non vendo fumo». Ma intanto il tempo passa. Bisogna preoccuparsi? «Luis Enrique è bravo ma la Roma è giovane — dice Guidolin —. Datele tempo». Già, armatevi di santa pazienza.