(S.Carina) «Dicono che abbiamo una squadra di campioni. Ma dove stanno? Non si vedono nemmeno quando c’è da battere un fallo laterale». L’esternazione è di un senatore dello spogliatoio giallorosso dopo la sconfitta contro il Chievo. Parole che aprono ufficialmente il dibattito: la rosa della Roma è competitiva o sopravvalutata? Negli ultimi due anni le responsabilità dei flop sono ricadute esclusivamente sugli allenatori. Prima Luis Enrique, poi Zeman e ora Andreazzoli. Tre tecnici, tre modi diversi di concepire il calcio ma alla fine lo stesso risultato: deludente. Se davvero fosse questa la causa, Pallotta per il prossimo anno avrebbe il compito agevolato. Basterebbe individuare l’allenatore giusto al quale affidare il gruppo e tutto si risolverebbe. E se invece fosse la rosa, da ieri sera di nuovo fuori dall’Europa, ad essere sopravvalutata?
DIFESA – La difesa è il reparto che è stato maggiormente rivoluzionato da Sabatini. A conti fatti, se si esclude Marquinhos (che vedrà adeguato il suo contratto da 600mila a 800mila), hanno tutti deluso. A partire da Stekelenburg che ha inanellato una serie di errori offuscati solo da un paio di papere di Goicoechea. Anche Castan ha evidenziato dei limiti evidenti, per non parlare dell’annata disastrosa di Balzaretti e Piris. Torosidis ha spostato poco o nulla negli equilibri della squadra mentre Dodò, dipinto dal ds come un fuoriclasse, per problemi fisici (e tattici) almeno per adesso non è pronto per giocare in serie A. Considerazione fatta nel post-Chievo anche da qualche compagno: «Ma perché bisogna correre per lui che ha vent’anni?».
CENTROCAMPO – Nell’assemblea dei soci dello scorso fine ottobre, l’ad Fenucci dichiarò di aver rifiutato in estate «offerte per oltre 100 milioni di euro per Lamela, Pjanic e De Rossi». Qualora il nazionale azzurro e il bosniaco finissero ora sul mercato sarebbe automatico ricavare gli stessi soldi? Se Daniele vive un’involuzione difficile da spiegare, il bosniaco non incide. Ventidue anni, grande tecnica personale ma mai decisivo. Senza contare l’evidente equivoco tattico nel quale è finito: si sente un regista quando probabilmente è un trequartista. Il problema, però, è che in quel ruolo gioca Totti. La dirigenza continua a manifestargli fiducia e ha avviato le operazioni per il rinnovo. Lui, intanto, ha iniziato a guardarsi intorno. Tra Tachtsidis, Marquinho, Bradley e Florenzi, invece, solo l’Under 21 azzurro è promosso. E pensare che, dopo averlo scaricato due anni fa, Sabatini lo ha dovuto riacquistare l’estate scorsa.
ATTACCO – E’ il reparto migliore anche perché è quello dove si è speso di più. Tra Lamela, Osvaldo e Destro sono oltre 50 i milioni investiti. Non volendo entrare sulla compatibilità tra gli ultimi due, rimane un quesito: possibile che quando non gira il 36enne Totti, anche loro si spengono?