(A. Austini) – Una panchina lunga quanto l’autostrada del Sole. Napoli-Roma-Milano, c’è chi è pronto a percorrerla tutta e chi non vorrebbe muoversi dal casello.
Mazzarri è l’uomo con la valigia, proiettato verso una nuova avventura a Trigoria o ad Appiano Gentile dove da qualche giorno pensano a lui.Allegri, tutto sommato, se ne resterebbe volentieri un altro anno a Milanello mentre Andreazzoli al suo posto ci rimarrà in ogni caso, ma di nuovo dietro le quinte. È iniziata la settimana chiave, forse decisiva per gli allenatori delle big italiane. La Roma ha voglia di chiudere la questione nel giro di pochi giorni e punta forte su Mazzarri, non scartando però Allegri. Ieri al San Paolo il tecnico azzurro ha dato la netta impressione di aver vissuto l’ultima partita casalinga alla guida del Napoli. Bastava osservare i suoi occhi lucidi mentre entrava nello stadio in festa per la Champions. E la stessa sensazione si è avuta ascoltando le parole di De Laurentiis.«Ringrazio il nostro allenatore – ha detto il presidente – che in questi quattro anni ci ha fatto godere moltissimo con tutto il suo staff». Se non è un commiato, poco ci manca. De Laurentiis ha offerto a Mazzarri prima un triennale da 3.5 milioni netti a stagione, poi è salito a 4 per due anni più opzione per il terzo.
Di più non può fare. Per il tecnico non è solo una questione di soldi: sa che rimanendo a Napoli avrebbe l’«obbligo» di lottare per lo scudetto senza avere le risorse delle altre grandi. Intanto ha mantenuto il suo rumoroso silenzio anche ieri dopo la vittoria sul Siena. Ha lasciato telecamere e microfoni a Nicolò Frustalupi che lo seguirà insieme a tutto lo staff dovunque andrà. «È una decisione che spetta a lui – ha detto il vice allenatore – non credo che abbia firmato ancora per nessuno». Mercoledì tutto il Napoli si ritroverà alla cena di fine anno e quella sera De Laurentiis vorrebbe sedersi a tavola già con le idee chiare. Mazzarri, invece, prende tempo per dar tempo alle pretendenti di farsi sotto. Oltre a Roma e Inter ci sarebbe sulla carta anche la Juventus, in caso di un addio clamoroso di Conte, tentato dal Psg.
Intanto Mazzarri domenica prossima all’Olimpico dovrà comunque venirci per sfidare la Roma. Sabatini lo ha visto più volte nelle ultime settimane, un incontro di sicuro c’è stato a inizio aprile nella Capitale per parlare di programmi. Il club giallorosso è pronto a fargli firmare un accordo di due-tre anni, della trattativa si sta occupando il procuratore Bozzo e Sabatini nel frattempo tiene in mente le direttive di Mazzarri sul mercato.
L’alternativa della Roma è sempre Allegri che a questo punto dovrà attendere la gara di Siena per centrare la Champions e stabilire il suo futuro con Galliani e soprattutto con il presidente Berlusconi. «Non è ancora arrivato il momento del rinnovo, bisogna aspettare una settimana – conferma il coach milanista – la squadra deve rimanere serena». Sabatini è rimasto a Milano e potrebbe incontrarlo oggi: una trattativa è legata all’altra. E se saltassero tutte e due? A quel punto a Trigoria rischierebbero di restare senza una soluzione valida in mano. La conferma di Andreazzoli non lo è mai stata. «Il mio futuro – ribadisce l’attuale condottiero – è alla Roma ed è chiarissimo. La società mi ha chiesto di intervenire e l’ho fatto con discreto successo, speriamo di completare il lavoro con la Coppa Italia. Saranno poi i dirigenti a decidere cosa fare».
Un altro errore non è consentito e Baldini lo sa. «Abbiamo sbagliato sulle conduzioni tecniche. Luis Enrique non aveva i giocatori idonei, mentre con Zeman non ha funzionato altro. Alla squadra manca ancora qualche tassello che conferisca rabbia e solidità». Baldini stesso deve sciogliere le riserve sul suo futuro. Il Tottenham lo pressa, lui sembra allontanarlo. «Questa cosa – accusa il dg – viene fuori ogni volta che c’è una difficoltà. La Premier mi affascina, ma ancora di più la Roma ed è per questo che sono tornato». E forse il momento di andarsene di nuovo non è ancora arrivato.