“Bisogna assolutamente stroncare questi fenomeni cercando di allontanare il più possibile queste persone dagli stadi, naturalmente se non sono identificabili bisogna cercare di muoversi nella dimensione di colpire tutti i settori da cui provengono questi cori razzisti che non sono tollerabili”.
È la soluzione per fermare i cori razzisti, l’ultimo episodio ieri a San Siro durante Milan-Roma, del presidente della Figc, Giancarlo Abete, intervenuto ai microfoni della ‘Politica nel Pallonè su Gr Parlamento.
“Abbiamo un quadro normativo, in relazione alle decisioni assunte dal Consiglio strategico che si è riunito in Bulgaria, il comitato esecutivo di fine marzo, che sarà oggetto di attenzione del congresso il 24 maggio da parte dell’Uefa. Tendenzialmente si modificherà -sottolinea Abete-, si supererà la dimensione delle multe, che si è visto non essere in grado di risolvere il problema anche in prima battuta, e si passerà immediatamente alla chiusura di settori dello stadio, nel caso ci siano situazioni che contrassegnino dei comportamenti razzisti. Questo sarà un segnale molto forte a cui seguirà poi la sospensione e la chiusura dell’intero stadio”.
“L’episodio di ieri è assolutamente da condannare e da contrastare, individuando i responsabili e cercando ovviamente di fare ogni attività all’interno delle titolarità della giustizia sportiva, del ministero dell’Interno, delle società e della Federazione”, aggiunge Abete.
“La volontà della Federazione, e io sono uno di quelli che ha propugnato nel Comitato esecutivo questa svolta, sul versante di dare priorità alla chiusura di settori parziali dello stadio, è in linea con quella che è la politica delle normative di giustizia sportiva della Uefa, sarà proposta e ritengo sarà fatta propria dalla Federazione”, chiarisce il presidente della Figc. “Le multe diventano una modalità che non risolve il problema perchè da una parte a certe persone, che sono portatori di disvalori, il fatto che la società abbia una multa di 20-30 mila euro non interessa nulla, anzi -prosegue Abete-, alle volte determina quasi una centralità del loro ruolo rispetto a quanto questo determinano per i club, e in secondo luogo la multa non dà il senso di una dimensione che deve essere veramente penalizzante, perchè poi diventa solo un fatto quantitativo”.
“Ogni episodio legato a forme di razzismo indebolisce la nostra immagine -conclude il presidente della Figc-, ed è un grande peccato: per alcune centinaia di irresponsabili che trasferiscono un protagonismo becero e una dimensione di intolleranza, paga l’immagine dell’intero Paese, non solo del sistema calcio”.
(adnkronos)