(F.Bianchi) Si è parlato tanto del derby di Coppa Italia, la prima volta di un Roma-Lazio che assegna il trofeo nazionale e un posto in Europa League. Qualcuno ne ha parlato anche troppo (leggi: prefetto e sindaco Alemanno), creando un clima di allarme e di paura. Come se a Roma stesse per capitare chissà cosa di spiacevole, e non una partita, sentitissima ovviamente, ma pur sempre una partita di calcio. Il Codacons ci ha messo del suo, proponendo di giocare o il 25 maggio (quanto c’è la finale di Champions) o il 2 giugno (quando gli azzurri sono in Nazionale). Forse era meglio informarsi prima di fare un esposto al Tar del Lazio. E tutto questo infinito balletto-quando e a che ora si gioca?-ha creato un pessimo clima intorno alla partita. Si giocherà domenica prossima, 26 maggio, con inizio alle 18 (la Lega, i due club e la Rai avrebbero preferito le 21). E chi vorrà andare a votare per le amministrative, potrà farlo tranquillamente. Ma non è solo la tensione, e il timore di incidenti, che rischia di tenere lontani molti tifosi dall’Olimpico. E’ anche il caro biglietti che scoraggia tanta gente: i tagliandi a disposizione sono 63.000. Per ora ne sono stati venduti circa 36.000. Roma e Lazio ne hanno a disposizione 29.000 ciascuna. A ruba, subito, i biglietti di curva. Benino anche la vendita dei distinti. Ma le tribune non vanno, c’è ancora ampia disponibilità: la questura di Roma ha deciso di destinare la Montemario ai romanisti e la Tevere ai laziali. Prezzo, 120 euro a biglietto. Giudicato troppo alto dai tifosi. Il prezzo è stato deciso dalla Lega di serie A, in accordo coi due club romani, ed è inferiore (di dieci euro) rispetto allo scorso anno, quando la finale era stata Juve-Napoli. Ora scatta la fase 3 di vendita con formule, tipo “invita due amici alla finale”, per invogliare i… ritardatari: ma non si sa ancora se ci sarà vendita libera. Forse no, la questura sembra contraria perché teme che i tifosi possano mischiarsi e cercare gli scontri, soprattutto in Tevere. Roma, Lazio e Lega sono d’accordo ad un’ultima fase di vendita libera, senza essere “fidelizzati” (pur nel rispetto delle norme sul biglietto nominativo): ma dovranno convincere questura e Osservatorio. La decisione verrà presa martedì. Per Juve-Napoli, la passata stagione c’erano stati 61.334 spettatori. La Rai aveva ottenuto un ascolto di 11.580.620 (share del 42,51%) ma la partita, lo ricordiamo, era stata trasmessa in prima serata. Stavolta invece si gioca alle 18. Si prevede un ascolto minore. Di sicuro, ci saranno misure di sicurezza eccezionali: il responsabile del piano è Roberto Massucci, vice responsabile Osservatorio, che si era già occupato della finale di Champions all’Olimpico (coi complimenti anche degli inglesi). Il timore non è tanto per quello che potrebbe succedere allo stadio. No, di solito gli incidenti, le provocazioni, sono fuori, nella zona della Farnesina e dei ponti sul Tevere, ad inizio (o fine) partita. Stavolta c’è un problema in più perché una delle due tifoserie festeggerà: per cercare di evitare che i tifosi possano andare in centro città, col rischio di scontri e agguati, si farà di tutto per tenere la squadra vincente all’Olimpico. Lì, sarà la festa: con giri di campo, se possibile anche uno spettacolo di musica. Durerà un’ora dopo la fine della partita, con la speranza che i tifosi delusi se ne siano nel frattempo tornati a casa. Ma la questura stavolta non dovrebbe trovarsi impreparata, come successe in occasione del derby dell’8 aprile.
C’è da dire che la Lega si era mossa per tempo e aveva preparato un ottimo programma per questa finale : uno spazio famiglie in Tevere, torneo di tennis doppio misto fra romanisti e laziali in occasione degli Internazionali, intervista “televisiva “doppia, interviste a due voci sui quotidiani, eccetera. La “tribuna famiglie ” (3646 posti) è stata fatto saltare dalla questura che ha destinato la Tevere solo ai laziali, del tennis e delle interviste non si è più parlato. Peccato, il nostro calcio non è ancora maturo (e chissà mai quando lo sarà…). Ma in settimana le due delegazioni saranno ricevute dal presidente Napolitano e da Papa Francesco. Maurizio Beretta, n.1 della Lega, e il direttore generale Marco Brunelli, ora stanno cercando una star per fare cantare l’inno di Mameli. Lo scorso anno, Arisa fu fischiata. Quest’anno è molto probabile che i fischi tocchino anche al sudcoreano Psy. La finale sarà trasmessa in mezzo mondo (lo scorso anno in 58 Paesi). Siamo pronti a fare un’altra pessima figura