(A. Ravelli) – Archiviati i campionati, cominciano le partite della giustizia sportiva. Nei prossimi giorni (ma c’è chi dice si aspetterà anche la disputa della finale di Coppa Italia, domenica prossima) arriveranno i deferimenti per il secondo filone dell’inchiesta barese, quella che ruota attorno alle partite aggiustate Bari-Treviso (0-1, 11 maggio 2008) e Salernitana-Bari (3-2, 23 maggio 2009). I giocatori di quel Bari rischiano tutti di andare a processo di fronte alla giustizia sportiva. Molti ci andranno con un’accusa piuttosto pesante: illecito sportivo, pronti a fronteggiare un possibile stop di tre anni e mezzo. Tra questi ci dovrebbero essere il portiere Jean François Gillet (ora al Torino), Cristian Stellini (all’epoca calciatore, poi nello staff tecnico di Siena e Juve), i vari Fusco, Ganci, Kutuzov già accusati di frode sportiva dalla procura della Repubblica, convinta che per le partite in questione siano circolate cifre a cinque zeri (dai 250 mila euro per la sconfitta di Salerno ai 300 mila per lo 0-1 di Treviso).
Poi ci sono quelli la cui posizione è stata archiviata in sede penale, ma che potrebbero restare impigliati nella maglia (ben più stretta) della giustizia sportiva per omessa denuncia della combine con la Salernitana, come il difensore dell’Inter Andrea Ranocchia e i suoi compagni dell’epoca Alessandro Gazzi e Barreto (oggi entrambi al Torino). Erano i «giovani» della squadra, con nessun peso nello spogliatoio, avrebbero saputo della combine senza essere d’accordo, senza prendere soldi (Gazzi e Barreto sono stati ricompensati con un computer), ma anche senza denunciare. Come aveva raccontato al Corriere Cristian Stellini, le proposte indecenti iniziarono nel maggio 2008, quando Pianu, un ex passato al Treviso, propose ai giocatori del Bari di perdere la partita in cambio di 7mila euro a testa: dieci dissero sì. C’è quasi tutta la rosa (16 giocatori), invece l’anno dopo, all’ultima partita, quando la Salernitana ha bisogno di punti per non retrocedere. La combine costa 150 mila euro ai campani: la proposta la fanno Luca Fusco e Massimo Ganci. Nella stessa inchiesta era stato sentito dal procuratore federale Stefano Palazzi anche il tecnico della Juventus Antonio Conte, ma l’allenatore può continuare tranquillo a festeggiare lo scudetto.
Conte a Bari non è mai stato indagato, ma è sempre stato sentito come «persona informata dei fatti». Durante le audizioni in procura federale c’è stato il sospetto che potesse configurarsi anche per lui un’omessa denuncia. Di cosa? Certamente non dei soldi sottobanco, ma del fatto che la partita con la Salernitana non sarebbe stata giocata almassimo per fare un favore agli avversari gemellati. In questa direzione sembrava andare l’interrogatorio di Gillet a Bari, che raccontava del famoso caso Colombo, l’attaccante che si rifiutò di giocare «in una squadra moscia» (con Conte che «prese atto») poi ritrattato con un fax. E poi c’erano le dichiarazioni di Kutuzov, persino più esplicito («Conte disse che lui era comunque con noi… Sicuramente sapeva qualcosa»), ma anche il bielorusso poi ha precisato e alleggerito la posizione dell’allenatore juventino.