(F.Oddi) – Tribune piene, distinti quasi: potrebbe esserci stata più gente al Derby del Cuore (Roma-Lazio 4-2) che al derby dell’infarto, quello della finale di Coppa Italia, forse perché dopo tempo immemore non erano aperti i cancelli davanti all’Obelisco, non hanno chiesto il 740 al momento dell’acquisto e non serviva l’anticipo di un check-in internazionale per arrivare al posto. O anche perché c’erano biglietti che costavano come un cappuccino e cornetto, e non come una grigliata di crudo a Fiumicino.
GOL VECCHI E NUOVI Poi la beneficenza a Roma tira sempre, e il derby del Cuore, dopo 23 edizioni, ormai è una garanzia. Anche perché, per migliorare lo spettacolo, lo hanno imbottito di gente che il pallone lo toccava per mestiere, tipo i due capitani (con improbabile auricolare), Giuseppe Giannini e Bruno Giordano. Quello che si è divertito di più, era uno che una carriera davanti ce l’ha ancora, ma che prima delle partite importanti, fino a un paio d’anni fa, era capace di andare a saltare sui tappeti elastici, Mattia Perin: metterlo in porta sarebbe stato come condannare una squadra a non segnare mai, infatti si è divertito a correre da una parte all’altra, servendo a Gil il pallone del 2-0 per la Roma, prima di calare il poker su assist di Propizio (che prima aveva sbagliato un paio di cose enormi) con una giocata da applausi, stop di petto e tiro in acrobazia. Tanta roba, anche se la Roma vera lo voleva per altro: all’Olimpico è sembrato dimenticarsi di essere passato da erede di Buffon a riserva di Pelizzoli.
SFIDA A META’ I giallorossi erano passati in vantaggio con Pasotti: c’erano in campo Rizzitelli, Candela, Baronio, Cesar, Policano, Tare, Stendardo, Liverani, ha segnato un attore. Uno di quelli in forma: le bandiere cominciano a sentire gli annetti, Montesano in borghese in panchina (insieme a un divertito Sannino) Mattioli ha chiesto il cambio dopo 5’ scarsi, Insegno si è pure fatto male. In tribuna Hernanes e Mauri, ormai affezionato testimonial dell’evento, visto che era anche alla presentazione in Campidoglio. E, come allora, non c’erano calciatori della Roma, ed è stato il capitano biancoceleste a parlare del 26 maggio. «I colori contano poco, ma è un derby importante anche questo». Con tanto di majorette, omaggio a Califano, lupo vivo a bordo campo, oltre a Olympia. «Un bel gesto, speriamo sia distensivo. Io sto bene, mi sono curato e sono a disposizione, deciderà il mister. Il bilancio della stagione è sotto le aspettative, ma abbiamo la possibilità di riscattarci con un trofeo». Sempre che non finisca come il derby di ieri: ha segnato pure Fisichella, mettendo a sedere l’ex Napoli Izzo. Dall’altra parte due gol (di Gennaro Delvecchio) li ha incassati il 18enne Riccardo Tassi, uno che fino all’anno scorso giocava con la Roma Primavera. E ha dimostrato senso dell’umorismo, giocando il derby del cuore, dopo che gli è stata negata l’idoneità agonistica per un problema cardiaco.