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ORA D’ARIA “Riflessioni sparse” di Paolo Marcacci

Ora d’aria di Paolo Marcacci

I simboli sono importanti, più di quanto si pensi. Ce se ne accorge quando li perdiamo, quindi quasi sempre troppo tardi.
Se il calcio è ancora oggi una passione che resiste a tutto ciò che la consuma, soprattutto dall’interno, è anche soprattutto per merito dei simboli, sia i pochi rimasti in carne ed ossa che quelli virtuali: la maglia, lo stemma, i colori sociali. Senso di appartenenza, legame con la tradizione, simulacro di identità collettiva: il popolo del calcio avrà tanti difetti ma sul rispetto dei simboli non transige. Mai.
Ecco allora il disappunto per quanto la Roma ha fatto e programmato riguardo al proprio marchio, che è stato proposto oggi per la prima volta in Vaticano,di fronte a Papa Francesco. Al di là del fatto che molti di voi non l’hanno ancora visto, sono state le modalità, soprattutto quelle,a sorprendere e in molti casi indispettire i tifosi. Volete proprio sottoporre la Lupa a un restyling? Allora rendete partecipi i tifosi, come hanno spesso fatto molti grandi club europei, che sono soliti interpellare la propria gente anche per questioni molto meno importanti: votazioni per gli abbonati, referendum interni alla tifoseria, consultazioni con e per i supporters.
Chi scrive,ad esempio, ancora prova un brivido quando vede i vecchi servizi di Novantesimo minuto con la Roma rappresentata dal “mitico” lupetto in voga fino alla metà circa degli anni Novanta. Questo per dire quale patrimonio di sentimenti il tifoso riesca ad intravvedere dietro il simbolo stesso. Farlo scegliere, a maggioranza, alla tifoseria vorrebbe dire anche partire con un vantaggio chiaro per quanto concerne il merchandising e quindi la veicolazione del marchio stesso. Queste due voci stanno molto a cuore, giustamente, alla nuova proprietà della Roma.  Indipendentemente dal fatto che ci possa piacere o meno, insomma, dovevate avvisarci per tempo, chiedendoci prima se avremmo gradito la variazione e poi rendendoci partecipi della scelta. Sarà anche retorica,ma la Roma appartiene innanzitutto a chi le vuol bene, perché gliene vorrà sempre, qualsiasi cosa accada e indipendentement da chi saranno i proprietari. Chi ce l’ha in prestito ha innanzitutto il dovere di tenerla bene.

Paolo Marcacci

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