Uscire sani e salvi dalla giornata del derby, senza rimetterci i nervi e la salute. E’ difficile per coloro ai quali del calcio interessa poco o niente ma vengono lo stesso sommersi dal clima in città. Ed è ancora più difficile per chi intende vivere pienamente la festa. Che poi fa presto a trasformarsi in un incubo psicologico. Basta perdere. O anche rischiare di perdere.(…)
Anche per i calciatori è molto dura. «Soprattutto in questo derby speciale – spiega il dottor Giuseppe Raso, psicologo particolarmente attento alle questioni sportive e calcistiche – Chi vince salva la stagione andando in Europa e chi viene sconfitto ha fallito su tutti i fronti. Per quest’ultima squadra scatterà la caccia ai capri espiatori. I calciatori lo sanno e vivono l’appuntamento con una tensione terribile addosso. Per non parlare degli allenatori. Qui ci sono anche panchine che ballano» .
Tuttavia è proprio dai giocatori che dovrebbe partire una rivoluzione culturale. «Da loro e da chi racconta il calcio. I tifosi sono i meno colpevoli della pressione che si scatena in queste occasioni. Bisognerebbe parlare di sport con un linguaggio diverso, trasmettere la bellezza dell’evento, di un confronto in cui è in gioco l’eccellenza sportiva e che quindi non può mai diventare drammatico. I calciatori a loro volta dovrebbero smettere di esasperare gli umori in campo, di rotolarsi e protestare con toni che oltretutto diventano spesso volgari».
Fonte: Corriere Dello Sport