(L. Valdiserri) – «O tutto o niente ». Lo dice con il sorriso, come ci ha abituato in questi cento giorni di panchina, ma il concetto di Aurelio Andreazzoli è forte. E molto vicino alla realtà. Il derby contro la Lazio, finale di Coppa Italia in gara unica da giocare dentro l’Olimpico (ore 18), è più di una partita di calcio. Tutto è questo: «Posso passare alla storia di questa società e non è un’opportunità che capita a tutti. Potrei essere quello che ha vinto la decima Coppa Italia e ci tengo moltissimo». Vincere vorrebbe dire rilanciarsi come allenatore per la prossima stagione, a Roma o altrove. Tre partite vinte sotto la gestione Zeman (Roma-Atalanta 3-0; Fiorentina- Roma 0-1 ai supplementari; Roma-Inter 2-1) e una con Andreazzoli in panchina (Inter-Roma 2-3): «I miei meriti sono una piccola percentuale. Ma se devo ringraziare qualcuno penso ai calciatori, perché mi hanno condotto a questa finale con la consapevolezza di poterla vincere».
Niente è questo: fuori per il secondo anno dall’Europa; un danno economico vicino ai 15 milioni di euro; un danno d’immagine anche peggiore; la necessità di cambiare allenatore al più presto anche se Allegriincontrerà Berlusconi solo giovedì prossimo. Nella stagione scorsa la curva Sud espose uno striscione, rivoluzionario per il calcio italiano, dove era scritto: mai schiavi del risultato.Ma la Roma, in questa finale, sarà o no schiava di una vittoria necessaria? «Credo sia una parola forte, anche se il risultato sarà importantissimo per tanti motivi. Non penso, però, che la vita mia o dei tifosi sarà penalizzata dal risultato. Se perderò, non mi sentirò schiavo. Chi vuole partecipare a un evento sportivo deve contemplare anche la sconfitta, altrimenti si sta a casa. Lo sport è questo da sempre, non lo invento io».
Accettare la sconfitta, ma fare di tutto per vincere: «Le aspettative erano di un certo tipo, a inizio anno, poi si è tutto complicato. Siamo ancora in condizione di poter ottenere molto. Questa finale può trasformare la stagione in esaltante. Mi sento fortunato a partecipare a un evento così e me lo voglio godere in senso positivo. Come spero faranno tutti quelli che verranno allo stadio». Osvaldo è favorito su Destro, Marquinhos giocherà a destra. De Rossi e Bradley preferiti a Pjanic. In tribuna ci sarà il presidente James Pallotta, che ha fama di portafortuna e venerdì ha visto vincere l’Acea in gara-1 della semifinale playoff contro Cantù. Ma tra basket e calcio, a Roma, c’è una bella differenza. Soprattutto quando è derby.