(S. De Iaco/ A. Serafini) – Alla fine è andata anche peggio. Mentre la parte laziale della città cominciava la nottata di festeggiamenti, a Trigoria montava la contestazione dei romanisti. Circa trecento tifosi hanno aspettato ieri sera il pullman che riportava la squadra nel proprio quartier generale. Rabbia e delusione sono state sfogate con lancio di pietre, uova e qualche petardo esploso al momento dell’arrivo del mezzo giallorosso, uscito ammaccato e con un finestrino rotto. Paura e preoccupazione per i dodici giocatori (Destro, Goicoechea, Pjanic, Burdisso tra questi) che si trovavano a bordo (soprattutto i più giovani come Nico Lopez e Svedkauskas ) insieme a fisioterapisti e medici, mentre la maggior parte del gruppo ha preferito lasciare l’Olimpico con mezzi privati. Dopo il fischio finale, le forze dell’ordine hanno ricevuto l’ordine di presidiare il centro sportivo aspettando una reazione prevedibile che alla fine è arrivata. Oltre ai mezzi blindati, un elicottero della Polizia ha sorvegliato la zona. Tanti i cori rivolti contro la dirigenza (Pallotta, Sabatini, Baldini su tutti) e verso qualche giocatore. Al grido, “Mercenari” e “Tifiano soltanto la maglia”, anche De Rossi è stato oggetto di cori e insulti molto pesanti, reo di aver sbagliato, dopo una stagione deludente, anche la partita più importante. I giocatori sono riusciti ad uscire soltanto poco dopo la mezzanotte scortati da un cordone di polizia. La giornata era iniziata con la passione della vigilia. Alle 18 gli occhi dei tifosi romanisti presenti al Tendastrisce per vedere il derby di Coppa Italia erano tesi ma fiduciosi, alle 20 facce lunghe e tristi abbandonano il teatro.
Nessuno parla, nessuno ha la forza di dire qualcosa. «E meno male che non ho pagato il biglietto pe vedè ’sta tragedia», grida qualcuno. «Se sapeva ma io ce speravo», afferma un ragazzo con gli occhi ancora rivolti allo schermo. Le immagini dell’Olimpico sono state immediatamente eliminate. Nessuno vuole vedere la festa di «quelli». «Almeno è finita, io so’ romanista a ’ste cose so’ abituato», dice un uomo al suo amico. «Eh no, vedere quelli che alzano la Coppa grazie a noi, non riesco proprio ad accettarlo» risponde l’altro. Ore 18, il fischio d’inizio ed un grande applauso dà il via al match. Ma è subito silenzio. Il primo tiro di Totti fa esplodere il teatro: «È il Capitano la nostra vera salvezza». Poi Bradley fa sperare, la gente si alza in piedi ma l’americano non realizza e la tensione esplode tra i sostenitori. «Ce la possiamo fare, questi so’ scarsi», ma anche «Se non segniamo così è finita».
I tifosi si riscaldano all’entrata di Osvaldo. La tensione aumenta, prima Totti poi Destro fanno sperare nel gol. I tifosi ci credono e non smettono di sostenere, ma al 70′ il gol di Lulic ammutolisce il teatro. Passano due minuti e la traversa di Totti fa sperare, ma il risultato non si muoverà dall’1-0 per la Lazio. «Forza Roma comunque. La vinciamo il prossimo anno» grida con fiducia un bambino. «Non è grave che lui ci speri– replica un uomo – è grave quando a 50 anni pensi la stessa cosa».