(V.Cerracchio) Osvaldo a Udine è stato tra i migliori, finora ha segnato con continuità e privarsene a Firenze è doloroso per tutti. Anche per i compagni che hanno chiesto in coro a Luis Enrique di perdonarlo e reintegrarlo nel gruppo. Il tecnico spagnolo parlerà oggi con l’attaccante ma a Baldini ha tenuto a ribadire la propria filosofia: «Mi avete chiesto di costruire una squadra e questo è possibile solo con l’aiuto reciproco e l’osservanza delle regole». Il presidente DiBenedetto, durante la recente visita al nostro giornale, aveva parlato esplicitamente di un nuovo stile: trasparenza e rispetto (anche degli arbitri) come punti fermi. Operazione simpatia e cultura sportiva allo stesso tempo. A dispetto di quanti nel mondo del pallone hanno sempre sostenuto che i panni sporchi si debbano lavare solo in famiglia e sono disposti a negare anche l’evidenza tuonando contro chi si impiccia. Luis Enrique, come sappiamo tutti, non ha un compito facile, perché viene da un altro tipo di calcio, ha dovuto amalgamare giocatori di generazioni diverse e al contempo la piazza reclama risultati immediati. La vicenda conferma che il club è al suo fianco e questo per i tifosi dovrebbe già costituire una garanzia. Le tensioni in campo capitano, non è una tragedia. Capitano anche gli scivoloni, il crollo negli ultimi minuti, gli errori dei singoli. Ma un conto è l’aspetto strettamente tecnico, un altro quello comportamentale. Osvaldo avrà capito di aver sbagliato e ne uscirà rafforzato, la squadra non gli porterà rancore e Luis sarà il primo a richiamarlo presto in campo. Si cresce soprattutto così.