(A. Bocci) – Il coro e il suo direttore. Che hanno fatto più del terzo posto, necessario ma alla fine non sufficiente per la riconferma. Se Massimiliano Allegri resta al Milan ancora per una stagione il merito non è tanto della rimonta compiuta dopo un inizio disastroso, ma piuttosto dell’opera di convincimento di Adriano Galliani, l’amministratore delegato che ha sempre difeso Allegri, e delle parole nette dei giocatori più rappresentativi, che lo hanno sostenuto quando le mazzate della critica berlusconiana arrivavano più forti. In fondo a queste due settimane stravaganti resta la sensazione che la disputa estetica fra il presidente e il tecnico andrà avanti ancora. Mail matrimonio d’interessi che serviva per superare l’impasse è stato alla fine celebrato.
Acrobata Senza l’ostinazione sottile di Galliani, restare insieme non sarebbe stato possibile. E’ vero anche che l’asse fortissimo creato dal dirigente con l’allenatore avrebbe potuto trasformarsi in un’arma a doppio taglio, ma Galliani è stato bravo a restare in equilibrio. Alla fine Berlusconi ha ascoltato quello che da sempre è il suo primo consigliere calcistico: non ha apprezzato e probabilmente non apprezzerà alcune scelte dell’allenatore di Livorno, ma ha capito che in questo momento cambiare non sarebbe stata una buona idea. Il progetto si stava consolidando e cambiare sarebbe stato rischioso. E costoso.
Fiducia collettiva Incoronare Seedorf significava fare un salto nel buio, per giunta per saltare bisognava risolvere un contratto molto buono per Clarence. Inzaghi deve aver tempo di studiare, Van Basten appartiene a progetti passati. Berlusconi avrebbe voluto tornare all’amata regola del Milan ai milanisti, ma poi ha preferito andare avanti con Allegri, sponsorizzato da Galliani, ma anche dal coro. I giocatori hanno premuto moltissimo sul tasto della fiducia all’uomo che ha ricreato un gruppo in pochi mesi. E Berlusconi ha voluto vedere Galliani con un po’ di anticipo rispetto all’arrivo di Allegri, proprio per avere un quadro completo della situazione e decidere il da farsi prima ancora dell’incontro con l’allenatore, che da due settimane aspettava notizie.
Economia Tenere Allegri sulla panchina del Milan, in questomomento, significa rischiare il menopossibile, tenere l’ambiente compatto, non cambiare nulla nel settore medico e nello staff che nella stagione appena conclusa ha avuto un rendimento più che buono. Nella stagione 2011-2012 Allegri non era un elemento di sintonia, viste le voci contrarie e i problemi sollevati dai senatori soprattutto negli ultimi mesi, adesso succede il contrario. E Berlusconi, da politico, ha capito che un allenatore democraticamente eletto in questa situazione faceva comodo a tutti. E più che altro alle casse del Milan.