(V.Meta) – Verso l’ora di pranzo, mentre da Londra rimbalzavano le voci dei contatti che sarebbero stati avviati fra Chelsea e Roma e mentre nell’aula magna di Coverciano di lui parlava il ct Prandelli, Daniele De Rossi lasciava per ultimo lo spogliatoio dopo l’allenamento mattutino, il primo per lui con la Nazionale. È arrivato con una settimana di ritardo rispetto ai compagni, ma una maglia da titolare venerdì a Praga contro la Repubblica Ceca (allagamenti permettendo) non gliela toglierà nessuno.
Pensava di farsi raccontare dall’amico Aquilani qualcosa sul suo nuovo allenatore, invece sono stati gli altri a parlare del prossimo tecnico di De Rossi, peccato non sia anche quello della Roma. Che a Mourinho Daniele piaccia e anche molto non è una notizia, che vorrebbe allenarlo nemmeno, che con il Chelsea qualche contatto ci sia stato già prima dell’ufficialità dell’ingaggio del portoghese è storia di qualche giorno fa, quando Baldini era a Londra per parlare con Pallotta e piazzare Stekelenburg al Fulham. Da qui a dire che De Rossi sta per lasciare la Roma, però, c’è un abisso. Il contratto firmato a febbraio 2012 lo lega ai giallorossi fino al 2017 e perché possa risolverlo bisogna che o lui chieda di essere ceduto (improbabile) o che la società decida di metterlo sul mercato.
E detto che fra ascoltare un’offerta e accettarla c’è sempre un abisso, per il momento il Chelsea e Mourinho sono lontani. Lontani innanzitutto da Coverciano, dove De Rossi è tornato a lavorare dopo i test atletici di due settimane fa. Giri di campo con monitorizzazione dell’acido lattico al mattino, palestra ed esercizitazioni tattiche al pomeriggio. In mezzo le parole di Cesare Prandelli: «Se Daniele nelle ultime partite in azzurro è stato uno dei migliori in campo, forse è perché non gli chiediamo cose che non sa fare, a differenza di quello che accade nella Roma, dove vive troppo la pressione». Un riferimento curioso (De Rossi non si è mai lamentato delle scelte tattiche di nessuno dei suoi allenatori) ma forse anche un modo per pungolare il giocatore, che quest’anno in Nazionale ha segnato tutti i gol della sua stagione, la prima senza reti con la Roma.
L’appendice brasiliana della Confederations Cup gli offrirà l’occasione per togliersi qualche soddisfazione al termine di un’annata da dimenticare, che in termini di obiettivi è stata in assoluto la peggiore da quando è in prima squadra, visto che anche nell’annus horribilis della salvezza alla penultima giornata, l’allora squadra di Bruno Conti riuscì a qualificarsi in Europa grazie alla finale di Coppa Italia. Mourinho, in compenso, ha negli occhi le sue partite in azzurro e la stagione opaca in giallorosso non ha scalfito la stima che ha di lui. In Inghilterra Daniele sarebbe potuto finire già la scorsa estate, visto che l’ultimo giorno di mercato il Manchester City sembrava a un passo. Alla fine decisiva fu la sua volontà di rimanere. Allora come oggi.