(A. Grandesso) – Ha radici spagnole e in campo predica champagne. In sintesi è un profeta del bel calcio, Rudi Garcia, 49 anni, che in Ligue 1 si è fatto un nome costruendo un Lilla seducente, vincendo scudetto e coppa di Francia, lanciando talenti come Eden Hazard, Gervinho, o ancora i nazionali francesi Cabaye, Debuchy, Rami. Il tutto andando controcorrente in un torneo esasperato dal gioco fisico e difensivo.
Tattica Garcia predilige un 433 palla a terra, rapido, con tocchi istantanei, affondi feroci dalle fasce. Un gioco alla catalana, nonostante il debole per il Real Madrid e l’ispirazione venuta da corsi al Valencia di Rafa Benitez, quando imparava il mestiere dopo gli esordi dai bassifondi, salendo poi con St Etienne, dove ricoprì ogni ruolo, Digione e Le Mans. Prima appunto di approdare nel 2008 a un Lilla da inventare con giovani e la nozione del «piacere» calcistico. Ascensori Attento allo spogliatoio, Garcia tratta i giocatori come le sue figlie: «Educo come alleno. Discuto, correggo, offro riferimenti. Non dirigo, accompagno. E le mie figlie si comportano con intelligenza, da loro imparo molto, come con i miei giocatori ».Prevenendo magari tensioni grazie al «consiglio dei saggi», sorta di rappresentanza di cinque giocatori con cui dialogare apertamente. Senza mai perdere autorità e la mania per il dettaglio che lo spinge a verificare personalmente che negli hotel di ritiri e trasferte tutti gli ascensori funzionino, per evitare carichi inutili ai polpacci dei giocatori.
Chitarra Garcia, che rinunciò al campo a 28 anni per infortunio, è comunque un latino che si gode i momenti di relax, anche con autoironia come quando strimpellò la chitarra in un’improbabile performance canora, finita poi su internet. O come quando, per festeggiare il trionfo in campionato e coppa nel 2011, si trasformò in showman sull’autobus scoperto che attraversava Lilla, in delirio dopo 56 anni di astinenza, intonando cori da ultrà e presentando tra battute e aneddoti ogni giocatore.