Con Garcia il Lille ha indubbiamente cambiato la propria idea di gioco. Le sue radici spagnole lo hanno portato negli spogliatoio a disegnare calcio offensivo, con un gioco attraente. Gli allenamenti si concentravano sul gioco corto, i giocatori hanno rapidamente assimilato questo progetto di gioco. I calciatori venivano difesi in pubblico, ma “mordeva” negli spogliatoi.
Incomprensioni – ci sono alcune zone d’ombra nella storia di Rudi Garcia. Al termine del primo anno, con una partenza decisamente stentata, riceve numerose critiche. Come un gatto, cade senza farsi male e impara dai suoi errori: “Sono cicatrici”, sussurrerà il tecnico francese. Un suo limite è però quello di non aver mai messo da parte, soprattutto in Europa, quel suo atteggiamento tattico. Per due volte, in Champions League, ha preferito morire con le sue idee.
Raddoppio – Sotto la sua guida, il Lille è sempre arrivato tra le prime cinque, salvo l’ultimo anno. Ma i suoi poteri di persuasione, la sua gestione, il suo attacco di fuoco portarono ad una storica doppietta nel 2011. Finì bene: Garcia si ritrovò sul bus a due piani, le mani sul microfono davanti la folla riunita in piazza. L’immagine più bella, non c’è dubbio.
Fonte: La voix du nord