(G.Piacentini) – «Forza la Magica». Sono state queste le prime parole, in italiano, di Rudi Garcia. Il quarto allenatore della Roma americana dopo Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli, il sessantunesimo della storia giallorossa, è atterrato qualche minuto dopo le ore 15 – in mattinata era arrivato il suo agente Pascal Boisseau – all’aeroporto di Fiumicino: look sportivo, t-shirt nera come le scarpe e i pantaloni, zaino in spalla, è stato accolto da un dirigente romanista che lo ha accompagnato a Trigoria. All’interno del centro sportivo ha trovato ad attenderlo lo «stato maggiore» al completo: dal Ceo Italo Zanzi a Claudio Fenucci, dal consigliere d’amministrazione Mauro Baldissoni al d.s. Walter Sabatini. Garcia ha prima firmato il contratto che lo legherà alla Roma per i prossimi due anni, poi ha fatto il giro di Trigoria.
«In questo centro si può lavorare bene», le sue parole a Roma Channel, le uniche pubbliche prima della presentazione alla stampa che ci sarà domani pomeriggio alle 15.30. Dopo aver fatto conoscenza con quella che sarà la sua nuova casa, Garcia (al quale hanno regalato un vocabolario e una guida della città, lui ha preteso che si parli sono in italiano) si è tuffato nella sua nuova avventura. Per pianificare mercato e questioni logistiche (le date del ritiro e della tournée americana), Sabatini ha posticipato a questa mattina la sua partenza per Milano, dove deve sistemare le tante comproprietà e chiudere le operazioni (Benatia primo acquisto) rimaste in sospeso. Da risolvere anche la questione portiere. Oggi la Roma dovrà dare una risposta a Rafael: se il d.s. sarà riuscito a convincere Garcia ad accettare un portiere giovane e straniero, la Roma chiuderà col Santos. In caso contrario si ripiegherà su portieri più esperti (Julio Cesar, Sorrentino o Viviano).
Si è parlato, naturalmente, anche di Daniele De Rossi, che dal Brasile – nella notte tra domenica e lunedì, dopo la gara vinta contro il Messico nella Confederations Cup – si è lasciato andare ad un durissimo sfogo nei confronti della piazza romana. «In Nazionale sono considerato un giocatore molto importante, invece a Roma devo sempre stare attento perché vengono attaccate etichette vergognose. Credo che chi calunnia sia peggio di chi spia, e a Roma si vive di calunnie, ma so da dove vengono e ho imparato a conviverci. È una cosa grave dover negare accuse folli o dicerie becere». Riguardo al diverso rendimento tra maglia azzurra e quella giallorossa Capitan Futuro ha poi spiegato. «Sono un ragazzo onesto e devo fare una valutazione: in Nazionale sono spesso il migliore in campo, c’è molta differenza rispetto a quello che faccio con la Roma. Dovrebbe esserci più pressione a giocare al Maracanà ma per me la piazza di Roma è più passionale, a volte forse mi confondo e mi coinvolge troppo. Garcia? È bravo ed equilibrato, mi ricorda Luis Enrique. La società ha fatto una buona scelta”.