(A. Ghiacci) – Aveva cominciato Franco Baldini, l’uomo scelto dalla proprietà americana per l’inizio del nuovo corso. Non come Mazzone, per il quale Totti era come un figlio. L’ex dg giallorosso, infatti, ancor prima del suo arrivo a Trigoria, usò il termine «pigro» per parlare del capitano: la cosa non è mai stata veramente perdonata a Baldini e lo ha accompagnato per tutta l’avventura, a volte segnandone profondamente il cammino.Quello fu il primo episodio della lunga serie: chiunque arrivi in casa giallorossa da nuovo protagonista parla del capitano, di Totti, che «è la luce sui tetti di Roma» per dirla a seguire con il direttore sportivo Walter Sabatini. Ci sta, perché volente o nolente uno come Totti catalizza le attenzioni universali, non solo dei tifosi e degli appassionati ma anche di chi come lui è protagonista del circo pallonaro mondiale. (…)
CORRIERE DELLO SPORT Icona, pigro o… luce dei tetti: ma al centro c’è sempre Totti
TECNICI – Gli allenatori che sono arrivati in giallorosso negli ultimi quindici anni – e ieri Garcia ha dato subito il contributo con il suo «Totti avrà un ruolo fondamentale dentro e fuori dal campo» – hanno sempre capito di avere a che fare con un campione e un simbolo della Roma, uno fortissimo che va trattato necessariamente con modi “diversi”. L’unico a fare eccezione fu Carlos Bianchi, che parlandone poco indicò alla società di mandarlo in prestito: fu ceduto lui, invece, dopo neanche un campionato e a titolo definitivo. Luis Enrique arrivò: «Totti è unico, è un piacere lavorare con uno del suo calibro» . Poi però l’asturiano non lo schierò all’andata) e lo sostituì (al ritorno) contro lo Slovan Bratislava nel confronto che valse la qualificazione all’Europa League. Il tutto nemmeno un mese dopo essere diventato giallorosso: Roma out, anche per quelle scelte di Lucho. Con Capello il capitano ebbe degli attriti sul finale delle cinque stagioni trascorse insieme, ma prima e dopo il tecnico di Pieris non ha mai smesso di parlare in termini positivi del numero dieci giallorosso. «E’ fenomenale, mi ricorda Rivera…» ha detto non più tardi di tre anni fa. Anche Spalletti ne fece il fulcro del rilancio giallorosso nel 2005: la bellissima Roma del tecnico di Certaldo si sviluppò intorno al nuovo ruolo di finto centravanti disegnato apposta per Totti. (…)
LEGAMI – Ultimamente a Trigoria si è rivisto anche Zeman, che al capitano dal 1997 al 1999 diede la possibilità di diventare un grande giocatore. (…) Poi, però, l’astuto Zeman in pubblico ha detto che «Totti è come tutti gli altri» : se gli altri fossero stati come lui la seconda Roma del boemo avrebbe avuto un destino diverso. Andreazzoli? Neanche a dirlo: «Lui è la mia icona».