Il mercato che non decolla, l’incontro tra De Rossi e Sabatini, il rinnovo di contratto di Totti, l’attesa per conoscere il modo di lavorare del nuovo tecnico Rudi Garcia a meno di una settimana dal raduno della squadra. Sulla sponda giallorossa del Tevere non mancano di certo i temi di discussione, eppure da 24 ore ce ne è uno che sovrasta tutti gli altri e che riguarda lo sfogo di Antonello Venditti sull’utilizzo dell’inno ‘Roma Romà da parte della nuova proprietà statunitense. «Sinceramente mi piacerebbe se lo togliessero, perchè non lo trovo più identificativo della Roma che conoscevo io» le parole che hanno infiammato il dibattito tra radio e social network. E proprio attraverso il proprio profilo Facebook, Venditti ha voluto precisare il senso delle sue dichiarazioni attraverso due messaggi. Il primo rivolto a «romani, romane, romanisti e romaniste di tutto il mondo» in cui ha voluto sottolineare come la sua fosse solo «una forte provocazione per spronare il presidente ed i dirigenti a riportare l’AS Roma alla nostra cultura, rendendola più simile nei contenuti e nei risultati alla nostra grande storia di tifo calcistico, di sportività e di amore».
«Gli Inni sono nel cuore e non appartengono più all’autore, ma ad ognuno di noi» la chiusa del post, che però non ha avuto l’effetto sperato. Il punto di vista di Venditti ha infatti spaccato l’opinione del tifo romanista. Una parte si è schierata dalla parte del cantautore, accusando Pallotta e il resto della dirigenza di aver cancellato dalle parti di Trigoria quel «senso di appartenenza» e quella «romanità» che da sempre sono il marchio distintivo della Roma; l’altra, invece, ha criticato l’uscita arrivando anche a ricordare come l’inno in realtà non sia stato scritto solo da Venditti, ma soprattutto da Giampiero Scalamogna (scomparso proprio il 3 luglio del 2010) e da Sergio Bardotti. Insomma, non esattamente la reazione che forse il cantante si aspettava di innescare. Ecco perchè ha preferito chiudere definitivamente il discorso attraverso un nuovo messaggio. «Vedo purtroppo che è impossibile parlare della Roma in maniera pura e sincera e molti di voi pensano chissà a quale affare e malaffare ci sia sotto, vi comunico che vi lascio alle vostre dietrologie e alle vostre guerre personali – l’amara considerazione di Venditti – Chi vuole capire capisca. Io sono Antonello, non ho nessun padrone e soprattutto nessuna paura di esprimere le mie idee. Dico solo Grazie e Forza Roma».
Fonte: Ansa