(F. Oddi) – «Vincere? Conta in Primavera, conta tanto, non date retta a chi dice il contrario. E sono convinto che anche per me le cose sarebbero cambiate, se avessimo raggiunto le Final Eight, o se fossimo andati un po’ più avanti in Coppa Italia, o al Viareggio: avrei avuto più occasioni per mettermi in luce, più richieste. E il mio cartellino avrebbe avuto più valore». è carico quanto rammaricato Andrea Cittadino,un punto fermi della Primavera dell’ultimo biennio, un punto interrogativo per la prossima stagione: la Roma gli aveva fatto un anno di contratto con opzione per altri due, ma il telegramma di esercizio dell’opzione non è arrivato, e dopo 8 anni a Trigoria si sta cercando una nuova squadra.
VERSO NORD Il Verona è molto interessato, ci sono un paio di squadre di Prima Divisione, (Cremonese e Feralpi Salò, che ha preso già i suoi compagni Rosato e Carboni) pronte a chiederlo in prestito se firmasse coi gialloblù. Ma lui voleva rimanere dov’è cresciuto. «Sono venuto alle Roma nel 2005: eravamo 46, siamo rimasti in 4. Ho le finestre su via di Tor Pignattara, sono tifoso, appena posso allo stadio. Con la tessera della Monte Mario che abbiamo noi delle giovanili chiedevo agli steward se mi facevano entrare in Curva Sud. Casa e trasferta: quest’anno sono andato a Torino-Roma visto che ero squalificato, poi a Firenze. Il mio modello? Totti è Roma, punto. Ma sono un centrocampista, biondo, con la barba, gioco in modo ignorante. Mi piaceva quando scherzando mi chiamavano De Rossi».