(V. Meta) – Quando l’ha incontrato una ventina di giorni fa in Israele, Kevin Strootman non poteva sapere che di lui e Alessandro Florenzi si sarebbe parlato come di possibili compagni di squadra. Anche perché quel giorno a Petah Tikva (che in ebraico vuol dire “porta della speranza”) a vincere la sfida a distanza fra centrocampisti è stato il romanista, e a Strootman, eliminato ma non offeso, non restò che accontentarsi di essere il migliore in campo della sua Olanda. In realtà i due si erano incontrati già molto prima, nell’amichevole fra nazionali maggiori del 6 febbraio scorso, che entrambi giocarono da titolari. Allora Florenzi era una delle pochissime note positive di una Roma che aveva appena esonerato Zeman, Strootman invece già da due anni era considerato il più promettente centrocampista della sua generazione (è un ’90), tanto che nel mercato invernale lo aveva cercato mezza Europa, Milan e Manchester United in testa.
Centrocampista di regia, mancino naturale, ottima visione di gioco e un gran tiro da lontano, Strootman risponde perfettamente all’identikit del regista con licenza di inserimento tracciato da Rudi Garcia. Giovanili nel Rijsoord, quattro anni nello Sparta Rotterdam, nel 2011 il passaggio all’Utrecht, dove ha fatto in tempo a segnare due gol in quattordici partite. Numeri (nel senso di cifre e di giocate) che hanno attirato l’attenzione del Psv, che lo prende insieme al nazionale belga Dries Mertens a giugno 2011 per un costo complessivo di 13 milioni di euro. Strooman finisce la prima stagione vincendo la Coppa di Olanda con un 3-0 in finale contro l’Heracles Almelo. Il resto è storia recente, con tanto di complimenti di Van Gaal, che l’ha fatto esordire in nazionale maggiore poco più che ventenne e ne ha fatto pure il più giovane capitano dell’Olanda insieme a Sneijder e Kuyt, salvo rimandarlo a disposizione di Cor Pot per l’Europeo Under 21. Per l’Olanda, che ci arrivava comunque come seconda favorita dietro la sola Spagna, era lui il valore aggiunto di una spedizione che tutti vedevano concludersi con una finale. Invece fra lui e Isco, l’altro gioiello del centrocampo fresco di presentazione al Real Madrid, s’è inserito Florenzi. O meglio Borini, l’autore dello splendido gol che ha chiuso le porte della finale in faccia agli orange e costretto Strootman a guardare in tv la partita che sembrava destinato a giocare. Poco male, lui la sua bella figura l’aveva già fatta e gli addetti ai lavori parlavano di conferma. A fine partita, Florenzi è andato a dargli una pacca sulla spalla per consolarlo prima di lasciarsi andare ai festeggiamenti. Se andrà tutto molto bene nella trattativa fra Roma e Psv e davvero i due dovressero ritrovarsi insieme a Trigoria, c’è da scommettere che Strootman si ricorderà di quel gesto.