La contestazione dei tifosi, il caso Osvaldo, un mercato che stenta a decollare. Il nuovo corso di Rudi Garcia alla Roma non parte sotto i migliori auspici. Il tecnico francese, nel giorno del raduno a Trigoria, sperava forse di imbattersi in un ambiente più sereno per cominciare l’avventura in giallorosso e invece si è trovato a dover fare subito i conti con la rabbia dei sostenitori romanisti, ancora scottati dal ko in finale di Coppa Italia con la Lazio e dalle promesse sinora non mantenute della proprietà americana. «Resteremo in Serie A», «Via i laziali dalla Roma» e «Pallotta caccia i soldi» i cori scanditi all’esterno del centro sportivo da una cinquantina di tifosi delusi, che hanno poi esposto striscioni con scritto «26-05-2013 Noi non dimentichiamo avete infangato la Roma», «Pallotta prestanome», «Noi col cuore, voi solo disonore» e «Bentornati merde».
Criticato anche il restyling del logo attraverso una serie di manifesti («No al nuovo stemma») affissi sui muri di Trigoria con tanto di banconote false a simboleggiare l’immobilismo sul mercato. L’unico volto nuovo d’altronde era quello di Benatia, troppo poco per riconquistare una piazza che non ha nascosto il malcontento contestando i giocatori (‘protettì da tre blindati della Polizia e altrettanti dei Carabinieri) al loro arrivo per i primi allenamenti. Tra i più contestati Castan e Pjanic, mentre il solo a ricevere applausi è stato il capitano Francesco Totti. «Garcia? Spero che entri subito nell’ottica Roma» l’auspicio del numero 10 prima di ascoltare le parole del francese che ha ribadito quanto già comunicato attraverso un sms. «Lavoreremo tanto, ma solo attraverso il lavoro riusciremo a vincere. E vincere qualcosa qui è speciale, unico» il succo del discorso dell’allenatore nella riunione introduttiva servita per presentarsi al gruppo e illustrare la sua filosofia. «Ci vuole pugno di ferro e guanto di velluto» il caposaldo rivelato poi all’ex premier Massimo D’Alema, invitato dalla società nel giorno del raduno.
Raduno disertato da Osvaldo, unico assente all’appello di Trigoria nonostante la convocazione. L’italoargentino è rimasto a Chicago assieme alla fidanzata dopo aver giocato una partita di beneficenza per la fondazione ‘Messi&Friends’. La società, solo dopo averne constatato l’assenza, ha però giustificato il comportamento dell’attaccante precisando che arriverà in ritiro dopodomani e che lo slittamento era stato concordato con Sabatini poichè Osvaldo era dato a un passo dal trasferimento in Inghilterra (Southampton e Manchester City erano sulle sue tracce). Per poter fare mercato, infatti, la Roma deve cedere almeno uno dei suoi migliori elementi. E sulla lista dei partenti, anche se per motivi diversi, sono finiti in tre: Osvaldo (problemi caratteriali), De Rossi (ingaggio troppo elevato per le casse giallorosse) e Marquinhos (l’unico veramente richiesto da top club che possono spendere come Barcellona e Psg). La Roma, però, non ha intenzione di liberarsi del difensore brasiliano per meno di 25 milioni, cifra con cui completare la rosa con un portiere (De Sanctis, Sorrentino o Viviano), un centrocampista (dall’Olanda segnalano Strootman molto vicino) e una punta esterna (Gervinho).
Fonte: Ansa