Detta con tutta sincerità, la foto non è nemmeno delle più belle, soprattutto perché la luce che permea dalle nubi che si addensano sopra lo skyline di Chicago è più plumbea che altro. Ma sebbene l’immagine soffra qualche problema cromatico di troppo, il panorama dipinto da Jimena Baron, la fidanzata di Pablo Daniel Osvaldo, è cento, anzi, mille volte meglio dell’atmosfera che si respira a Trigoria.
Lo striscione principale esposto dai tifosi giallorossi riporta la data del 26 maggio 2013, la finale di Coppa Italia persa contro la Lazio che ha precluso alla Roma la possibilità di giocare in Europa anche nella prossima stagione: certo, è un facile esercizio retorico affermare che, molto probabilmente, se l’allora squadra di Andreazzoli avesse sollevato quel trofeo, saremmo qui a parlare di tutt’altra accoglienza nei confronti della nuova squadra, ma, a conti fatti, la situazione è ben diversa.
A Trigoria ci sono stati insulti per tutti, tranne che Francesco Totti (e ci mancherebbe altro…), Mehdi Benatia e Rudi Garcia, per il semplice motivo che non hanno ancora fatto nulla di male: la contestazione si è concentrata specialmente su Pjanic, Castan e sulla dirigenza, accusata di essere “rovina”, “fango” e “prestanome”, un poco simpatico stralcio di vocabolario che Sabatini e Fenucci si attendevano, ma che avrebbero voluto condividere anche con il grande assente, Osvaldo.
Ascoltare “di straforo” le telefonate altrui non è certo un capitolo del manuale del buon costume, anzi, potrebbe anche essere un’azione passibile di denuncia, ma se l’interlocutore dall’altra parte del filo si dimentica che per chiudere una chiamata è necessario schiacciare sul tasto rosso, beh, è anche più difficile biasimare. Perché, da buoni italiani, la curiosità tende spesso a vincere sull’etica quando si possono carpire frammenti di conversazione che dovrebbero restare segreti al grande pubblico, e, al giorno d’oggi, diffonderli nell’etere è gioco da ragazzi.
Come dicevamo prima, Fenucci e Sabatini la contestazione se l’aspettavano, dura e cruenta, ma visto che a nessuno piace vestire i panni del capro espiatorio, avrebbero condiviso volentieri la tavola con un giocatore tanto forte quanto scomodo, e giunto ormai alla resa dei conti di un rapporto logoro e macilento. In un mondo normale, Osvaldo a Trigoria forse non ci sarebbe dovuto nemmeno essere, visto che è stato messo sul mercato in direzione Inghilterra (Southampton), ma i due dirigenti giallorossi hanno pensato bene di convocarlo ugualmente, così da abbattere le residue barriere di diffidenza sotto i colpi degli insulti degli ultras. Certo, una pensata cinica, oppure triste, se volete, ma che, molto probabilmente, avrebbe suscitato l’effetto desiderato.
Già, peccato che Osvaldo abbia mangiato la foglia, e che abbia prolungato la sua vacanza nell’Illinois in dolce compagnia. Insomma, va bene odiato, ma mica stupido però…
Fonte: eurosport.it