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GAZZETTA GIALLOROSSA No al nuovo stemma!

No al nuovo stemma

Ci sono battaglie per cui vale la pena di combattere. Ci sono battaglie che non avranno mai fine finché l’obiettivo non sarà raggiunto. Ci sono battaglie giuste e battaglie sbagliate. Ci sono battaglie che non tutti si sentono di combattere. La più bella, è quella che i ragazzi della Sud hanno combattuto contro la tessera del tifoso ed il divieto di trasferte: abbonarsi di nuovo e tornare a tifare la Roma in giro per l’Italia, per chi ci ha creduto veramente, è stata una grande vittoria, per altri magari ha significato poco. Ma sono opinioni, e nessuno può giudicare le scelte altrui: perché in fondo, come cantavano i fratelli Gallagher, siamo liberi di essere ciò che vogliamo. Poi, però, ci sono quelle battaglie che dovrebbero esser le battaglie di tutti, o almeno di tutti i tifosi della Roma. Quelle battaglie nelle quali dovremmo ritrovarci tutti. Perché non si tratta dell’acquisto o della cessione di un calciatore, non si tratta di un modulo o di uno schema di gioco. Si tratta della nostra storia, della nostra tradizione, del nostro essere. Quella contro il nuovo stemma, dovrebbe essere una battaglia nella quale tutti dovrebbero credere e tutti si dovrebbero riconoscere: perché se c’è un qualcosa d’intoccabile e di sacro quella è la storia, la storia di una squadra di calcio, quella storia che passando di padre in figlio oggi è arrivata fino a noi. Quella storia che domenica dopo domenica ci fa battere forte il cuore. Una storia color giallo ocra e rosso pompeiano chiamata Associazione Sportiva Roma. Una storia di cui andiamo fieri e che con l’introduzione del nuovo stemma è stata violata. Violata e violentata. Perché della nostra essenza sono cambiati nome, colori e simbolo. Siamo l’Associazione Sportiva Roma, non la Roma 1927. I nostri colori sono il giallo ed il rosso, non l’arancione ed il bordeaux. Il nostro simbolo è la Lupa Capitolina, non una lupa stilizzata e priva di tradizione. E’ un po’ come se domani ci venissero a bussare alla porta e ci dicessero che da quel momento ci chiamiamo con un altro nome. Non ci staremmo, così come non dobbiamo starci a veder cancellato un pezzo di storia, l’essenza e la radice della nostra storia. I giocatori, le dirigenze, le campagne acquisti e le stagioni passano, il nostro stemma, su quelle maglie, resterà per sempre. A chi ci crede, a chi l’ama, a chi la segue domenica dopo domenica dovrebbe far male vedere il nostro simbolo storpiato e stuprato in quella maniera: perché così messo è stato privato d’amore, di storia e di passione. E’ un logo, messo e morto là. Senza un significato preciso, ma con un solo obiettivo chiamato “merchandising”. Un concetto difficile da digerire ma che potrebbe esser anche compreso, a patto che le tradizioni vengano rispettate. Siamo ancora in tempo, in tempo per combattere una battaglia che si prospetta lunga, ma che alla fine, si vincerà ancora. Perché la storia ha sempre ragione. E poter un giorno regalare quel simbolo ai nostri figli, carico di storia e d’amore, così com’è stato tramandato a noi, è un qualcosa per cui vale la pena di combattere. Fino alla fine, “NO AL NUOVO STEMMA, SI ALLE TRADIZIONI”.

Edwin Iacobacci

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