(A. PUGLIESE) – La speranza è che domenica si accenda, come gli è già successo con Atalanta e Novara, le sue due più belle apparizioni in giallorosso. O, almeno, che non imploda su se stesso come gli è successo con Cagliari e Lecce, le due più brutte partite in giallorosso. In mezzo c’è tutto Bojan, un giocatore capace di alternare colpi bellissimi ad errori clamorosi. Forse, è il costo da pagare nella crescita di un giocatore, anche se Bojan viene dalla Spagna, dove a 21 anni si è già giocatori. Ed infatti, da domani sarà in vendita «El meu Barça», la sua autobiografia. «È un libro in cui spiego di prima mano le esperienze di 12 anni passati al Barcellona — dice la punta spagnola —. Non desidero generare polemiche, ma raccontare come ho vissuto la mia passione: il calcio. Spero vi piaccia!». Inedito Con Osvaldo fuori per motivi disciplinari (nella partitella di ieri, l’italoargentino ha segnato un poker), Borini ai box e Borriello da verificare fino all’ultimo, a Luis Enrique restano solo tre attaccanti. E a meno che non decida ancora di utilizzare Pjanic da trequartista, il tridente a Firenze dovrebbe essere composto da Lamela, Totti e Bojan, con il primo riportato a fare il trequartista e il capitano giallorosso al suo rientro in attacco. Un tridente inedito, mai utilizzato fin qui da Luis Enrique nelle 8 volte (su 12) che è partito con le tre punte. Finora, infatti, quello più utilizzato è stato formato dagli accoppiamenti Totti-Osvaldo, con l’aggiunta 2 volte di Borini e 2 di Bojan. Lo spagnolo, tra l’altro, è partito dal via solo 4 volte (Totti 5, Osvaldo 7). Chissà che questa non sia la volta buona per riequilibrare i conti e, magari, avvicinarsi ad Osvaldo nella classifica dei marcatori giallorossi. Per ora, in quella delle patenti ritirate (due volte in quattro mesi) è già abbondantemente primo… Variabile Considerando che nell’occasione Totti giocherà, anche se non in ottime condizioni, l’unica vera variabile (Pjanic a parte) nel tridente giallorosso potrà essere Borriello, anche ieri fermo per un problema muscolare ai flessori della coscia. «Io resto perplesso a vedere fuori uno come Marco, non capisco come sia possibile farlo diventare la sesta punta», ha detto il doppio ex Pierino Prati. Perplessità lecita e condivisa da molti. Il problema, però, sarebbe comunque un altro, tentare di lavorare sulla testa di Marco, che giocoforza un po’ ha staccato.Vivere ai margini, del resto, non è mai facile. Soprattutto quando non ti senti di meritarlo…