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IL MESSAGGERO. Roma, cena pagata

Osvaldo
Osvaldo

(U. Trani) – C’è pizza e pizza, a quanto pare. Il picchiatore Osvaldo e il provocatoreLamela ne offrono una ai compagni per chiudere l’episodio del weekend scorso, per dar forza al gruppo e per passare un paio di ore in allegria tutti insieme.

Di solito è Totti a organizzare le serate a tema: per l’unità d’intenti, per preparare o festeggiare un derby o per metabolizzare una sconfitta. L’ultima cena prima di quella di ieri, il 13 settembre scorso: il capitano riunì i compagni in un ristorante sulla Tuscolana due giorni dopo la prima sconfitta in campionato, la seconda stagionale, contro il Cagliari all’Olimpico. La tavolata goliardica sortì l’effetto desiderato: dal debutto in questo torneo senza punti al bel pareggio di san Siro, 0 a 0 contro l’Inter. Fu Totti a pagare, come tante altre volte in passato. Stavolta il capitano, però, non si è messo la mano in tasca. Perché il conto è toccato a Osvaldo. «Ci mancherebbe altro», ha avvertito Borriello, entrando nel locale. L’italoargentino, già punito con una multa che sfiora i 40 mila euro, passa alla cassa a fine serata insieme con Lamela che non si può certo tirare indietro. I due protagonisti della litigata di Udine brindano con i compagni e confermano di aver sepolto ogni rancore. «E’ tutto a posto già da qualche giorno», fanno sapere a chi ha ancora qualche dubbio. Bisogna credergli, perché i due si frequentano pure fuori dal campo. Per la riconciliazione, si presenta anche uno dei leader dello spogliatoio. Da un minivan anonimo scende Burdisso con le stampelleil difensore sarà disponibile solo nella nuova stagione, ma non si vuole perdere l’abbraccio tra i suoi due connazionali. «Tutto procede bene» fa sapere Burdisso che arriva con Juan, Heinze e Perrotta. Osvaldo è tra i primi a entrare nel locale, sotto l’ala di Totti che è al suo fianco. L’ultimo De Rossi, l’altro capitano. Se nella capitale, insomma, si ricuce lo strappo tra due calciatori che, acquistati l’estate scorsa dalla nuova proprietà, hanno il compito di far di nuovo grande la Roma, dalla Spagna inviano, invece, altri particolari sul dopo-partita di Udine. Il sito del quotidiano El Confidencial entra nei dettagli del litigio tra i due giallorossi nel tunnel del Friuli, qualche minuto dopo la fine del match perso dalla Roma contro l’Udinese. Più bravi i due a scambiarsi parole di fuoco che palloni in campo (il diverbio è nato proprio per un passaggio mancato di Lamela a Osvaldo). Il retroscena è nel botta e risposta. Velenosissimo. Dani alza la voce e accusa il compagno: «Io sono più grande di te e qui non siamo al River. Quando ti parlo mi devi rispondere». La replica di Erik è acida: «Falla finita, chiudi la bocca. Non sei mica Maradona». Lo schiaffone parte immediato, velocissimo, anticipando l’intervento di quei compagni che sono lì vicino. Il gesto costa tantissimo a Osvaldo. Multa salata e sospensione per la gara con la Fiorentina, l’ex club di Dani. Quindi un match che mai avrebbe voluto perdere. Lo decide Luis Enrique e la società fa un comunicato lunedì per annunciare il doppio provvedimento. Ma i compagni riescono almeno a far allenare il centravanti con il gruppo: Lamela, tra i primi a chiedere all’allenatore il perdono di Dani, insiste con l’asturiano per non escludere Osvaldo anche dal lavoro quotidiano. Luis Enrique due giorni fa li mette uno accanto all’altro: in una squadra di cinque giocatori, eccoli scambiarsi il pallone (anche se non avessero voluto sarebbe stato difficile ignorarsi). Ieri pomeriggio, invece, prova il miglior tridente della Roma: Dani con Bojan e Totti. Il trio funziona. Osvaldo si scatena, firmando quattro reti, compreso un cucchiaio, in omaggio all’amico capitano e introduzione della serata a tavola. Ne fa tre anche il piccolo spagnolo (domani esce l’autobiografia) e Lamela si ferma invece a due. Così aumentano le perplessità per la squalifica voluta da Luis Enrique. Firenze è ancora lontana e varrebbe la pena cancellare la punizione, come chiede l’Associazione italiana Roma club che fa un appello per la convocazione di Dani. Ma l’asturiano, per sua ammissione, è testardo.

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