(A.Ghiacci) Giorni di contratti in casa Roma. Quello del direttore generale, Franco Baldini, su tutti. L’ex general manager della nazionale inglese, tra oggi e sabato, firmerà l’accordo che lo legherà, per la seconda volta in carriera, alla Roma. Guadagnerà circa 600.000 euro a stagione, vale a dire una cifra molto vicina a quella garantita al nuovo direttore sportivo, Walter Sabatini, l’unico della “triade” completata dall’amministratore delegato Claudio Fenucci, ad avere già un contratto in essere. Baldini avrebbe guadagnato di più, la Roma era pronta ad offrirgli uno stipendio più alto: la cifra è stata dettata proprio dalle richieste del dg.
PRESIDENTE – Lunedì prossimo, il presidente giallorosso Thomas DiBenedetto, tornerà a Roma. Resterà nella Capitale per circa dieci giorni. Agenda come al solito fittissima. L’appuntamento importante però, a parte i giri istituzionali che punteranno su contatti politici di fede romanista, stavolta è fissato sul tavolo del consiglio di amministrazione della sua nuova società. La prossima riunione infatti avrà fondamentalmente due nodi da sciogliere: ancora due contratti. Il primo è quello dell’amministratore delegato Claudio Fenucci. La cifra stabilita nel giorno dell’assemblea dei soci e riservata agli azionisti con delega è di 1,28 milioni di euro. Ora: gli azionisti con delega sono proprio Fenucci e il presidente DiBenedetto. In base alla ripartizione della quota stabilita, sarà poi stipulato il contratto di Fenucci: la cifra del guadagno stagionale sarà fissata dopo aver conosciuto
la percentuale del milione e duecentottantamila euro a lui riservata.
DE ROSSI– L’altro contratto, neanche a dirlo, è quello che di Daniele De Rossi, in scadenza al termine di questa stagione calcistica. E questo, senza nulla togliere ai dirigenti, è quello che tiene con il fiato sospeso i tifosi. Tra due mesi De Rossi potrebbe dire sì alle offerte multimilionarie che gli sono arrivate dai club più grandi al mondo, Manchester City su tutti. C’è bisogno che il CdA giallorosso dia il via libera all’eccezione agli standard fissati per gli ingaggi dei calciatori.
UNICREDIT– Intanto continuano i movimenti di Unicredit, socio di minoranza di DiBenedetto, per trovare degli investitori pronti a rilevare il 20% del quaranta di sua proprietà. Il mercato scelto, ormai è noto, è quello asiatico. L’istituto di credito ha dei contatti, ma il numero due della banca di Piazza Cordusio, Paolo Fiorentino, ieri ha manifestato dubbi: «Il problema è che in questo momento in Italia non si investe, il nostro mercato non attira. Ma se dovessi disegnare un profilo ideale di investitore per la Roma, vorrei qualcuno che ha interessi in Asia…» . In base agli accordi della scorsa estate Unicredit ha facoltà di vendere metà della sua quota a un investitore. Dopo i dubbi iniziali, anche i soci statunitensi hanno aperto all’ipotesi asiatica. Se dovesse accadere, i tempi per il fulcro del progetto, lo stadio, si accorcerebbero notevolmente.