(M. Ferretti) – E, alla fine, Daniele De Rossi potrebbe restare alla Roma ma solo perché il ds Walter Sabatini non sarà riuscito a venderlo. E, al momento, la situazione è esattamente questa: De Rossi – che ancora pensa al divorzio – è un giocatore della Roma solo perché nessun club si è fatto avanti per averlo. E oggi, giorno del suo trentesimo compleanno, Daniele – terminate le vacanze – sarà a Trigoria e, per la prima volta, stringerà la mano a Rudi Garcia, suo nuovo allenatore e suo fortissimo sponsor. I due si sono già parlati al telefono una decina di giorni fa: una mezzoretta di colloquio, con l’aiuto dell’interprete, per conoscersi, per scambiare qualche parere, per fissare l’appuntamento odierno. Oggi il primo faccia a faccia che, raccontano dall’interno del gruppo, sarà affettuoso, «perché uno come Garcia non può non piacere a De Rossi, e uno come De Rossi non può non piacere a Garcia», la confidenza.
IL MESSAGGERO De Rossi in bilico tra Rudi e addio
QUESTIONE DI FEELING
La stima che il tecnico francese nutre nei confronti di DDR è ormai nota: Rudi non ha perso alcuna occasione per elogiare Daniele, per piazzarlo al centro del suo progetto tecnico/tattico. De Rossi dal mare ha seguito il lavoro della nuova Roma, si è informato, ha telefonato, ha parlato, ha letto, ha ascoltato e sul conto di Garcia ha ricevuto esclusivamente giudizi positivi. Un uomo sincero, innanzi tutto; e un allenatore di personalità, al punto di difendere pubblicamente i propri giocatori, compreso uno come Osvaldo destinato a lasciare la Roma, invece di fare comodamente zero a zero con la realtà. Una cosa che nello spogliatoio e dintorni non è passata inosservata. Per De Rossi le premesse d’inizio stagione, rispetto a un anno fa, sono diametralmente cambiate: si è passati da Zdenek Zeman che non lo vedeva regista (ecco perché fece comprare Tachtsidis) a Rudi Garcia che lo vede regista e mediano («De Rossi va bene sia nel 4-3-3 che nel 4-2-3-1»). Questo non significa che DDR sarà titolare inamovibile della Roma francese perché, come detto, la sua permanenza alla Roma non è certa.
ME NE VADO? SÌ, FORSE, NO…
A questo proposito, vanno dette due cosette: se un mese fa De Rossi voleva fortemente cambiare aria, adesso la sua voglia di lasciare la Roma non è più così forte. Pensa ancora all’addio, certo, e la richiesta di un altro club la prenderebbe in seria considerazione. Perché sa che intorno a lui il clima sarà respirabile solo se arriveranno i risultati, mentre in caso contrario verrebbe ancora una volta indicato come il principale responsabile. Tempo fa c’è stato più che un abboccamento con il Chelsea (Josè Mourinho lo stima da sempre), ma tutto è finito lì. Per ora. Il mercato è ancora aperto e lo sarà fino al prossimo 2 settembre. Al tempo stesso, però, l’ipotesi di restare nella Roma di Rudi Garcia lo stuzzica. Sa perfettamente che il suo stipendione piace poco alla dirigenza e sa anche che il management di James Pallotta conta sulla sua cessione.
Ma l’ultima parola, eventualmente, spetterà a lui. Intanto, già da oggi Garcia proverà a fargli passare dalla testa i cattivi propositi: Rudi l’ha studiato attentamente durante la Confederations, quindi ha chiesto a Sabatini di non cederlo. Solo che, come sta accadendo per Osvaldo, i desideri del tecnico si scontrano con le esigenze economiche del club.
OCCHIO AL CHELSEA
Oltre a conoscere Garcia (e gli uomini del suo staff), De Rossi in giornata avrà un incontro con il neo dg Baldissoni (forse anche con Sabatini) per fare il punto sulla situazione. All’orizzonte c’è una data spartiacque, il 10 agosto, cioè il giorno dell’amichevole tra Roma e Chelsea a Washington. Subito prima o subito dopo, tutto sarà definitivamente chiaro.