Solo posti in piedi. Cinquemila persone danzanti hanno assistito prima con un certo entusiasmo all’esibizione di un dj e poi con estatica partecipazione a quella di Macklemore & Ryan Lewis, due specialisti dell’hip-hop che da Seattle hanno coperto di ritmici vocalizzi gli Stati Uniti. Suoni raffinati, ballerine attraenti, gli stemmi della Major League e della Roma scintillanti sul maxischermo soprastante. Macklemore, il cantante solista, prima ha preso fischi esibendo la maglia dei Seattle Sounders e poi applausi quando si è scusato: «E’ la prima volta che vengo a Kansas City, non sapevo fosse proibito».
Allegria, festa pacifica, biglietti a ruba, tutto quello che la proprietà americana s’immagina di portare a Roma e non è detto ci riesca. Eppure sono piccolezze che farebbero un gran bene a tutto il nostro calcio.(…) Sul sito Internet della Lega si trovano finezze come la scheda dettagliata di tutte le squadre partecipanti, addirittura con foto e contatti dei vari addetti stampa. Il campionato maggiore ora conta 20 club, quasi tutte con stadio proprio, ma il numero crescerà in fretta per coprire una zona più ampia di territorio statunitense.
Nei film americani una volta i genitori accompagnavano i ragazzi a giocare a baseball. Ora li portano al campo da calcio. Succede perché è sempre più pesante la componente latina nelle classi medie e la passione per il calcio contagia i ragazzi wasp. Lo sport dispone di forza propria. Basta favorirne la crescita con attenzione al dettaglio. Qui lezioni da apprendere anche per il nostro presuntuoso calcio ce ne sono tante.