(M. Calabresi) – La volontà, mai nascosta, di UniCredit, era chiara: uscire lentamente dalla Roma. Le novità emerse ieri non fanno che confermarla. L’istituto di Piazza Cordusio ha ceduto il 9% della Neep Roma Holding (di cui il 60% era fino a ieri in mano alla As Roma Svp Llc e il 40%, appunto, a UniCredit) alla Raptor Holdco Llc di Pallotta. Il disimpegno comporta anche una modifica dei patti parasociali, per i quali UniCredit sarà dispensata da eventuali aumenti di capitale. La Neep risulta quindi ricapitalizzata in modo reale, con il capitale che passa a oltre 160 milioni di euro. Non solo: Pallotta ha di fatto «comprato» il debito di 70 milioni (o gran parte di esso) che la Roma aveva con UniCredit, derivante dagli accordi di Term Loan e Vendor Loan che As Roma, UniCredit e Roma 2000 sottoscrissero il 18 agosto 2011, data dell’insediamento americano. «Siamo impegnati per il successo a lungo termine della Roma e stiamo lavorando per fornire flessibilità finanziaria», ha detto Pallotta. Scenari Domanda d’obbligo: l’impegno di Pallotta aumenterà realmente, o questa mossa va intesa come apertura all’ipotesi di ingresso di nuovi soci? Il Sole 24 Ore, ieri, ha ipotizzato che dietro possa esserci l’interesse della Alliance Oil Company dei fratelli Musa e Dani Bazhayev, ai vertici del mercato energetico russo, che nel 2012 ha chiuso con 3,45 miliardi di dollari di fatturato. La AOil ha già investito in Italia, acquisendo il Forte Village di Santa Margherita di Pula per 156 milioni di euro. A occhio e croce, un profilo assai più solido di quello dello sceicco Qaddumi, che a marzo era stato sondato come possibile socio.