(A. Pugliese) – Se sarà quello che è stato Aldair, Samuel o anche solo Marquinhos ce lo dirà il campo, con il tempo. Di certo è costato come un top player e la gente si aspetta che lo sia. Lui, Mehdi Benatia, ne è consapevole e ci sta mettendo dentro tutto quello che ha per farsi trovare pronto subito, al primo vero appuntamento importante, quello della gara di Livorno. «Abbiamo avuto la fortuna di avere subito tre partite con squadre abbordabili, dobbiamo cercare di vincerle tutte e tre», dice dal campo del college di Wellesley, a mezz’ora di macchina da Boston. Già, anche perché alla quarta c’è la Lazio, partita impossibile da sbagliare. «Sarà una gara speciale, lo sappiamo. È per questo che ci dobbiamo arrivare con 9 punti, per affrontare quella partita con grande fiducia».
Con Leo A vederlo oggi rispetto ai primi giorni di Riscone sembra di avere davanti due giocatori completamente diversi. Nel ritiro altoatesino Mehdi all’inizio faticava anche a correre, era in ritardo di condizione, quasi affaticato. Qui in America sembra già un altro giocatore. All’All Star Game è sembrato padrone della difesa (anche se su sul gol di Gonzalez poteva fare meglio), sicuramente l’uomo forte del reparto centrale. «Con Castan mi sono trovato bene, lo conoscevo già, lo scorso anno avevo visto tante partite della Roma—dice il difensore marocchino, appena convocato con il Marocco per l’amichevole con il Burkina Faso del 14 agosto — A chi dice che siamo una coppia male assortita, troppo potente e poco veloce, dico di aspettare il campionato: abbiamo fatto solo due partite insieme, è difficile giudicare ora, è ancora presto. Sul campo poi vedremo se saremo una bella coppia o no, sempre che sia questa quella che poi giocherà ».
Tutti con Rudi In questi giorni, poi, Mehdi sta imparando a conoscere Garcia, il vero cuore pulsante di questa nuova Roma. «È uno che vuole avere il controllo un po’ di tutto, gli piacciono le cose fatte per bene, non lascia niente al caso, dalla preparazione dei giocatori, agli allenamenti e ad ogni singolo dettaglio — dice il difensore giallorosso parlando del nuovo tecnico —. È uno che vuole portare questa squadra davvero in alto e si vede. Abbiamo tutto per poter far bene, poi chiaro che ci servono i risultati».
Intelligenza Per ora, intanto, il gioco c’è. E piace. «Il mister ci ha chiesto di giocare bene, sempre a due tocchi, siamo tutti conquistati da questa sua idea e faremo il massimo per renderlo felice. Poi la sua intelligenza è dimostrata che dopo appena tre settimane, già parla quasi solo in italiano. Non è facile». Come non è stato facile per lui aspettare la chiusura di una trattativa che è andata per le lunghe. «Ma io ero tranquillo, avevo l’accordo con la Roma già da maggio, sapevo che non ci sarebbero stati problemi. Con la testa, ero già con i miei compagni».