(A. Pugliese) – Garcia se lo lustra con gli occhi, la società lo guarda con orgoglio, lui sa che ha tutti gli occhi addosso, ma la cosa non gli mette paura neanche un po’. Anzi, lo entusiasma, perché le grandi sfide gli sono sempre piaciute e quella di Kevin Strootman, oggi, è prendere per mano la Roma e aiutarla a rialzarsi, toccando quelle vette che gli competono.
Strootman, la cercavano tanti top club, tra cui Manchester United e Milan. Cosa l’ha convinta a scegliere la Roma?
«Nessuna squadra si è fatta avanti seriamente, tranne la Roma. Ero concentrato sull’Europeo Under 21, poi mi è piaciuto il progetto dei giallorossi. Mi ha chiamato Garcia e ho chiesto informazioni a Van Bommel e Stekelenburg, sono felice di essere qui».
Ha detto di essere venuto per vincere. Dopo 20 giorni di lavoro, è convinto che si possa davvero?
«È presto per dirlo, ma abbiamo tanta qualità, grandi giocatori in ogni ruolo. Già ce n’erano, poi siamo arrivati io, Maicon, Benatia, Gervinho. So che le ultime due stagioni sono andate male,manon vedo l’ora di cominciare. Per un olandese è difficile imparare l’italiano, dobbiamo conoscerci, ma non vedo perché non si possa».
Si parla molto di Juve, Napoli, Milan, Fiorentina e Inter e poco di Roma. Può essere un vantaggio partire dalle retrovie?
«A Roma si parla ovunque di Roma, quello che si dice nel resto del Paese non mi interessa. Se sei favorito hai più pressione. Noi abbiamo quella dei tifosi, è uno stimolo in più».
Il segreto di questa Roma sembra Garcia, un piccolo Mourinho. Cosa pensa del tecnico francese?
«Non lo conoscevo, ma lui è uno dei motivi per cui sono qui: ci ha parlato un paio di volte prima di firmare e mi è piaciuto. Mi ha trasmesso entusiasmo, dicendomi come voleva giocare e come mi vedeva. Stiamo dando il massimo per lui e io voglio aiutarlo, spero di diventare per lui un leader».
Pjanic-De Rossi-Strootman è il centrocampo ideale o manca qualcosa?
«Siamo tanti buoni giocatori a centrocampo, tutti multiuso: Bradley ha fatto un grande lavoro, ci sono Marquinho e Florenzi. Io ho bisogno di grandi giocatori al mio fianco per giocare al meglio, perché non sono uno che supera quattro avversari e segna».
È costato 18 milioni, ed è l’acquisto più importante e caro della Roma americana. La cosa le pesa?
«No, è uno stimolo. Ci sono passato al Psv, anche loro mi pagarono molto. Non posso far niente per il prezzo per cui sono stato pagato, ma posso fare molto in campo. Ed è lì che voglio dimostrare alla Roma che sono stati soldi spesi bene».
Cosa la rende più orgoglioso nella vita?
«Ci sono molte cose: la famiglia, l’esser venuto in Italia, i 300 tifosi che mi hanno aspettato all’aeroporto. Ma l’orgoglio vero sarebbe vincere qualcosa con la Roma».
Ed essere stato il più giovane capitano dell’Olanda che effetto le ha fatto?
«Mi ha reso orgoglioso, anche questo. Con tante stelle, hanno scelto me. E quella fascia me la sono portata a casa».
In Olanda si dice che lei è il nuovo Van Bommel, ma più eclettico. Ci si rivede?
«Sono Kevin, sono me stesso. Van Bommel ha vinto così tanto che non mi posso paragonare a lui, io sono ancora all’inizio. Riparliamone quando avrò vinto tanto anche io».
De Rossi ha detto: «La Roma deve risorgere, Kevin è l’innesto giusto». Lei invece cosa pensa di De Rossi?
«Ringrazio Daniele per quelle parole, anche lui è uno dei motivi per cui sono qui. È un grande giocatore, uno dei migliori in Italia, e ci tiene a riportare la Roma in alto».
Dove pensa di rendere di più? Da mediano davanti alla difesa o da interno di centrocampo?
«È lo stesso, non importa. Se hai grandi centrocampisti puoi cambiare in corsa».
In questo mercato con lei sono arrivati Gervinho, Llorente, Tevez, Gomez e Higuain. Il calcio italiano sta recuperando posizioni?
«Negli ultimi 5 anni non ha fatto bene, ma se giocatori così forti hanno deciso di venire qui qualcosa vuol dire. Aiuteranno la Serie A a tornare ai livelli di dieci anni fa, non vedo l’ora di affrontare queste sfide: top games e top player».
Cristiano Ronaldo è vicino a rinnovare a 17 milioni di euro a stagione, Bale ne vale più di cento. È morale, in un momento di crisi economica?
«Tutti dicono che sono troppi soldi quelli di Ronaldo, mentre ci sono club che faticano a sopravvivere. Ma se vedi quanti tifosi ha in giro per il mondo, forse li merita, questi campioni a volte regalano gioia a chi soffre. Quando andai in Africa o Thailandia con il Psv, la gente parlava solo di calcio. Bale? Non so se può valere 50, 70 o 100 milioni».
Lei se fosse un dirigente terrebbe Osvaldo?
«I compagni mi hanno spiegato la situazione, la contestazione. È così forte, può segnare tanti gol. Io spero che resti , ma non spetta a me decidere».
Se le succederà un giorno di finire in panchina, che cosa penserà?
«Sinceramente spero che non succeda mai. Ma se accadrà, vorrà semplicemente dire che non avrò fatto bene il mio lavoro».
Sinceramente? Difficile che succeda.