(A. Pugliese) – È la città dei grattacieli, negli ultimi cinque anni ne sono stati innalzati ben 180 e oggi ce ne sono altri 25 in costruzione oltre i cento metri. Ed è anche la terza città italiana fuori dai confini nazionali (dopo San Paolo e Buenos Aires), con oltre 500 mila connazionali in città e un milione e 200 mila sparsi per l’Ontario. E considerando anche la ricchezza che la pervade (Toronto è la quarta città più importante del Nord America per flussi economici), potrebbe essere anche la città dello sport. E invece niente, la capitale dell’Ontario da questo punto di vista è un flop, non c’è una squadra o franchigia che esalti davvero la sua gente. Che, nonostante tutto, continua a riempire l’Air Canada Arena (la casa dei Raptors di basket per cui ha giocato fino alla scorsa stagione Andrea Bargnani, ed i Maple Leafs di hockey), il Rogers Centre (con i Blue Jays di baseball e gli Argonauts di football) o il BMO, lo stadio del Toronto FC (allenati fino allo scorso anno dall’ex laziale Aaron Winter) che per questa notte faticherà ad arrivare al sold out.
Città perdente La Roma proverà a scaldare gli animi, insomma, in una città che si sta preparando alla Cne (Canadian National Exhibition, una fiera capace di richiamare ogni anno quasi un milione e mezzo di persone) e si vuole riprendere dallo scandalo che ha avvolto il sindaco Rob Ford (sorpreso due mesi fa in un abbraccio a tre spacciatori, di cui uno poi morto, con un video che sembrerebbe ritrarlo mentre fuma crack). Ma, certo, il valore del Toronto FC non aiuta da questo punto di vista, considerando che la squadra di soccer locale negli ultimi anni ha accumulato tutta una serie di record negativi della Major League Soccer (compresa una striscia di 12 sconfitte consecutive). Se si pensa che i Raptors in dieci anni hanno visto i playoff una volta sola, che i Maple Leafs non vincono la NHL dal 1967 e che i Blue Jays non esultano nelle World Series dal 1993 (e nei 20 anni successivi hanno centrato solo un playoff) si può capire anche perché Toronto attende con ansia un successo. E chissà che da lì non possa nascere una nuova storia di sport per una città che, a tutti gli effetti, è più di una Little Italy.