(M. Evangelisti) – Non hanno avuto il coraggio di dirgli di no. Lo hanno visto così entusiasta. Hanno consegnato Gervinho a Rudi Garcia, o meglio glielo hanno sistemato a Trigoria dove lo troverà al ritorno dalla tournée americana, sotto un estivo albero di Natale. Per riuscirci, il direttore sportivo Walter Sabatini ha dovuto spalancare il portafogli e si sa che questo gli pianta ogni volta una spina nel cuore. (…)
IN VIAGGIO – (…) Ciò che interessa essenzialmente a Garcia è essere certo di poter applicare i suoi metodi e che essi siano applicati quando lui guarda altrove. Così nel suo viaggio verso Roma si è fatto accompagnare dai suoi fedeli. Uno è Frédéric Bompard, cinquantenne che lo segue da quando Rudi ha scavalcato l’ultimo gradino ed è diventato stabilmente allenatore capo, nel 2001. Gli piace così, toglietegli tutto ma non il ruolo di assistente. «Io sono il miglior secondo del mondo» , dice Bompard con mento alzato alla francese e prosopopea temperata da una certa carineria. Si piazza largo all’altezza del lato corto dell’area e crossa con tanta precisione che viene voglia di schierarlo al posto di Torosidis.
Le sedute della Roma sembrano un parco a tema. In ogni angolo una parte della squadra impegnata in una giostra diversa. Solitamente oltre le linee di fondo, Claude Fichaux, 44 anni, ex centrocampista, educa quelli che non partecipano alle partitelle, i giovani, Caprari, Verre, Ricci eccetera. Sottratto anche lui al Lilla, ha il doppio incarico di far crescere i più ragazzi tra gli uomini della prima squadra, eventualmente di reinserire nel contesto gli infortunati e nel tempo libero di studiare gli avversari della partita successiva. Se ne sta per conto suo più di Bompard e ride solo quando è il momento.