(repubblica.it – M.Pinci) “Miralem è importantissimo”, parola di Rudi Garcia. Miralem, in questo frangente, sta per Miralem Pjanic, anni 23, forse il colpo più fulgido della prima estate americana, ormai due anni fa. Da quel momento, quando era sbarcato a Roma come giustiziere del Real nella Champions League precedente con la maglia del Lione, sembrava quasi essersi un po’ perso. A Toronto, in un’amichevole vinta dai giallorossi per 4-1 tra luci, ombre e sbadigli, ha acceso la luce.
Due gol, il marchio di fabbrica della punizione di prima calciata all’incrocio dei pali, un contropiede solitario con dribbling al portiere e gol di tacco. Tutto intorno, la platea del Bmo Field di Toronto in piedi ad applaudirlo. Anche in panchina, dove il burbero Garcia si è concesso un applauso particolare all’indirizzo del bosniaco: “Quello che ha fatto l’anno scorso Miralem non mi interessa, il Pjanic che vedo io oggi è quello che ho conosciuto in Francia e la cosa importante adesso è che lui si senta bene in campo giocando con gli altri centrocampisti. Tecnicamente è molto importante per il mio gioco”. In fondo, un messaggio anche al ds, che di Pjanic ha parlato anche in tempi molto recenti con Atletico Madrid. E a breve a Trigoria arriverà anche una chiamata da Baldini, interessatissimo a portare a Londra, sponda Tottenham, il regista della nazionale bosniaca.
Per cederlo, però, il ds non chiede un euro in meno di 20 milioni, forse anche qualcosa in più. Sapendo perfettamente che il suo allenatore preferirebbe averlo con sé. Nonostante il passato romanista: sessanta partite in due stagioni, qualche infortunio di troppo, persino una frase attribuitagli dopo il derby (“Mi dispiace per la sconfitta ma sono contento abbia segnato il amico Lulic“) che aveva fatto infuriare i tifosi. Ha iniziato la stagione mettendoci la faccia in ritiro, mentre radio mercato era pronta a inserirlo sul mercato una settimana sì e l’altra pure. Alla sua porta aveva bussato con insistenza lo Zenit, 4 milioni all’anno per 5 anni, prendere o lasciare. Lui ha lasciato, preferendo ancora una vota Roma. Ed è pronto a farlo ancora: con Sabatini si è sfiorato il discorso rinnovo del contratto, in scadenza 2015 per portarlo al 2018. Se ne riparlerà, Atletico e Tottenham permettendo.