(R. Dimito) – Non c’è più il paracadute Unicredit sulla As Roma. Martedì scorso, in occasione della cessione dall’istituto di Piazza Cordusio alla Raptor di James Pallotta del 9% di Neep Holding che ha così accresciuto la quota americana al 69%, sono stati ridefiniti gli accordi fra i due soci del club giallorosso. Unicredit, che vantava un credito totale di 138 milioni (solo in parte garantito) verso la galassia giallorossa, ne ha ceduto (con uno sconto sul valore nominale) circa un terzo al presidente della squadra. Come contropartita, però, visto che ha diminuito l’entità del debito, Pallotta ha ottenuto la liberazione del pegno a favore di Unicredit Spa e di Unicredit Factoring, concesso circa due anni fa. Il pegno, come è noto, è una forma di garanzia che una banca si assicura a fronte di un finanziamento: se il debitore non dovesse pagare, l’istituto escute il pegno e si soddisfa del suo credito attraverso la vendita del bene. Ora che gli americani dispongono liberamente del 69% di Neep Holding, cui fa capo il 78% della As Roma, potranno agire senza dover dare conto a Unicredit la cui partecipazione si è ridotta al 31% e si è anche liberata da altri impegni futuri sulla squadra, ma soprattutto ha diminuito di parecchio il suo rischio. Vediamo perché.
GIRO CONTABILE
Giovedì 1 agosto alle 11,30, presso lo studio romano Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, davanti al notaio Luca Amato, si è tenuta l’assemblea straordinaria di Neep Holding per approvare il seguente ordine del giorno: aumento di capitale sociale a pagamento di 159,8 milioni di euro e determinazioni in merito al precedente aumento deliberato dall’assemblea del 18 agosto 2011. Dal verbale dell’assemblea di cui il Messaggero è venuto in possesso, si apprende però che il nuovo aumento non è stato fatto con soldi freschi immessi dai soci che Neep avrebbe potuto girare alla Roma Calcio allo scopo di rafforzare le potenzialità della squadra: si è trattato invece di una partita di giro contabile attraverso la quale sono stati riclassificati prestiti elargiti in precedenzada Pallotta e dalla banca.
L’assise è stata presieduta dall’avvocato Roberto Cappelli, consigliere di Neep, e in collegamento audio da Kansas City (Usa), come consente l’articolo 20 dello statuto, c’era l’avvocato Mauro Baldissoni, amministratore delegato del club. Gli americani, che quel giorno disponevano ancora del 60% di Neep, erano rappresentati dall’avvocato Francesco Maria Aleandri. «Si dà atto che le predette azioni di titolarità di As Roma Spv Llc – si legge nel verbale – risultano gravate da pegno in favore di Unicredit Spa e Unicredit Factoring e che, sulla base delle relative pattuizioni, il diritto di voto nell’assemblea spetta alla As Roma Spv Llc». Unicredit, che quel giorno disponeva ancora del 40%, era rappresentata dal manager Marco Andrea Giovannelli. L’assemblea all’unanimità ha deliberato di approvare l’aumento sino a un massimo di 160 milioni riservando in opzione agli azionisti il capitale in aumento di 159,8 milioni. «As Roma Spv Llc, volendo esercitare il diritto di opzione pari a 95,9 milioni di euro, ha utilizzato un corrispondente importo del versamento in conto futuro aumento di capitale». La stessa cosa ha fatto Unicredit per una somma pari a 63,9 milioni.
Riguardo il secondo punto è stata modificata la struttura del precedente aumento da 130 milioni articolato in cinque tranche: le prime tre sono scadute, la quarta è stata annullata; resta in piedi la quinta da 20 milioni da versare tra il 31 dicembre 2013 e il 31 dicembre 2022 «a condizione che la As Roma sia inadempiente sui prestiti avuti da Unicredit». Ma con i nuovi accordi la banca ha ottenuto di essere esonerata dalla partecipazione pro quota (6,2 milioni) a questa tranche.