(A. Angeloni) – Seconda amichevole statunitense, un ulteriore passetto in avanti. Rudi Garcia pensa a fare bella figura domani notte con il Chelsea e con il Toronto presenta una squadra in maschera. Dentro chi ha giocato poco, diciamo le seconde linee. Una gradita sorpresa, Maicon, dato per disperso fino a l’altro ieri. Il brasiliano ha giocato un’ora, dimostrando una condizione fisica ancora approssimativa ma almeno ci ha messo molta voglia. E quella progressione sulla fascia ha ricordato i suoi vecchi trascorsi, emozionando molti tifosi, che hanno ripensato al Maicon inarrestabile del triplete nerazzurro. Ma è solo l’inizio del percorso.
MIRALEM PER FORZA
Una nota a parte merita Pjanic. Che Garcia è stato costretto a far entrare per l’infortunio di Marquinho. Il bosniaco ha segnato due gol, uno su perfetta punizione dal limite dell’area, l’altro di tacco a porta vuota dopo aver evitato in dribbling l’uscita del portiere e dopo aver riconquistato palla con un pressing solitario. Miralem ad oggi è la mente della squadra: Garcia lo ha provato centrale dei tre di centrocampo e da trequartista nel 4-2-3-1, sempre come regista, basso o alto, insomma. E ha fatto capire in più di un’occasione di non volersene privare. «Quello che ha fatto l’anno scorso Miralem non mi interessa, il Pjanic che vedo io oggi è quello che ho conosciuto in Francia e la cosa importante adesso è che lui si senta bene in campo giocando con gli altri centrocampisti. Tecnicamente è molto importante per il mio gioco». Ma al tecnico tutta la Roma è piaciuta, anche se, come detto, parzialmente nascosta. «Abbiamo fatto una buona partita. Non mi sono piaciuti solo i primi venti minuti, troppi errori nei passaggi. A livello difensivo l’inizio non è stato buono, poi siamo migliorati.Quando è entrato Pjanic ha cambiato la gara». Appunto. Da rivedere sicuramente, come sostiene il tecnico, l’assetto difensivo. Burdisso è in difficoltà, Castan deve ancora ritrovare se stesso e Benatia non è al top. Dodò fa il terzino pur non essendolo e si perde spesso l’uomo. Deve imparare a difendere. Le qualità ce le ha, la corsa non gli manca. E soprattutto, a differenza dello scorso anno, sta bene. Altra nota stonata è Lamela, apparso svogliato, fuori giri. Confuso.
STANDING OVATION
Francesco Totti gioca l’ultimo quarto d’ora di gara, quanto basta per beccarsi l’applauso del Bmo Field di Toronto. Una standing ovation per il capitano, idolo anche da quelle parti. Re di Roma, Gladiatore da Colosseo, un giocatori leggenda come Gerrard e Giggs, così lo hanno definito il giorno dopo i giornali canadesi. E ha giocato diciannove minuti.