Non è che uno deve farsela piacere per forza, nonostante manchino i due giocatori più attesi, Balotelli e Messi. Ma questa Italia-Argentina si accenderà ugualmente di confronti intriganti. Il principale, ci pare, è quello che opporrà, su linee offensive opposte, Pablo Osvaldo, centravanti azzurro e Gonzalo Gerardo Higuain, bomber argentino. Così uguali, entrambi con doppio passaporto, uno italo-argentino, l’altro franco-argentino; così diversi, uno inquieto e sempre alla ricerca di nuovi equilibri, l’altro quadrato e appena sbarcato nella sua terza piazza in carriera; così al centro di questa estate caldissima per entrambi, i due attaccanti vivranno un Ferragosto molto intenso: il romanista potrebbe giocare la sua ultima partita all’Olimpico, prima di trovare un’altra destinazione, il napoletano giocherà la sua prima gara da «italiano» nella Capitale (…) Higuain è arrivato sorridente, come detto. Qui ci ha pensato Lavezzi a benedirlo:«Gli ho parlato tanto di Napoli, mi auguro che faccia meglio di me».
PUNTO INTERROGATIVO – Aria diversa nella mente di Osvaldo. Questa nuova stagione non sembra aver cambiato di segno rispetto all’involuta conclusione di quella passata. Prima i tormenti con Zeman, mitigati solo dallo straordinario avvio azzurro di un anno fa (3 gol in 4 partite: 2 in Bulgaria, 1 in Armenia, tra settembre e ottobre) poi gli alti e bassi fino al finale involuto contro la Lazio che gli è costata anche la Confederations. A 27 anni Osvaldo deve dimostrare una volta per tutto di essere un grande. Il suo rendimento nelle ultime tre stagioni è cresciuto (13, 11, 16 gol) ma uno come lui non può sempre stare a combattere contro il mondo se pensa di potersi meritare il massimo che ha nelle sue corde non comuni. Stasera, pur senza Balotelli, giocherà per dimostrare di poter davvero essere il tassello offensivo che Prandelli sta cercando come il pane.