(V. Cito) – Il suo primo giorno a Roma: «Mi avete pagato poco». Soltanto 15 milioni più bonus. Il primo gol nel derby: mostra una maglia con la scritta «Vi ho purgato anch’io». Il problema è che poi la Roma quel derby lo perde.
Ma i veri problemi di Osvaldo in giallorosso arrivano dopo, in trasferta, quando a Udine «schiaffeggia» Lamela negli spogliatoi per un mancato passaggio e a Bergamo viene messo fuori squadra con De Rossi per un ritardo alla riunione tecnica. Il rapporto con la società si incrina, il codice etico non gli va giù. Da lì parte la sua discesa, al ritorno con l’Udinese zittisce dopo un gol Baldini, che aveva parlato di scarsa personalità. Poi bisognerà aspettare quasi un anno per un’altra osvaldata: a dicembre salta il ritiro invernale in Florida (con tanto di certificato medico fasullo) per passare il Capodanno con la sua Jimena. E questo ai tifosi non va giù, il rapporto con la gente è compromesso.
COLPE E MERITI Molto ci ha messo del suo, insomma. Come con la Samp, a febbraio, quando ruba (e sbaglia) un rigore a Totti per dedicarlo via tv proprio ad Jimena. È la fine, la gente gli punta il mirino, cominciano gli insulti. E Osvaldo che fa? Manda a quel paese Muzzi (vice di Andreazzoli), va a Londra il giorno del derby (era squalificato), fa il gesto delle orecchie ai tifosi con il Siena e liquida pure Andreazzoli via twitter dopo la finale di Coppa Italia («Vai a festeggiare con quelli della Lazio»). È finita con i battibecchi in ritiro e le scritte sotto casa. Ma forse non è mai cominciata.