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IL MESSAGGERO Rudi deve sfatare il tabù dei tecnico debuttanti

Rudi Garcia

(A.Angeloni) Risorti, Brunella, Andreoli, Matteini, Salar, Schiavetti, Kriezu, Dagianti, Amadei, Jacobini, Urilli. I numeri, sono rigorosamente dall’1 all’11, è la Roma del campionato 1945/1946, in panchina un allenatore esordiente nella serie A, Giovanni Degni, all’epoca quarantacinquenne. È un’Italia spezzata dalla guerra, il campionato diviso in due gironi, le squadre ancora usano gli aerei per le trasferte e i portieri parano senza guanti. Il debutto di Degni non è positivo, la sua Roma arriva terza nel girone, sesta in assoluto. Garcia faccia i debiti scongiuri, come vedremo, i tecnici esordienti in A – due italiani e otto, compreso Rudi, stranieri – non sono fortunati. Tre anni dopo Degni, il flop ha un nome illustre, Fulvio Bernardini. La squadra viene smembrata, molti big se ne vanno, si punta sui giovani, ma non riesce comunque a spiccare il volo. Anzi. La stagione è pessima: diciassettesima posizione finale, a soli due punti dalla zona retrocessione. Fuffo viene addirittura esonerato e nelle ultime giornate di campionato torna in panchina Luigi Brunella, tecnico dell’anno precedente. Un po’ meglio Gunnar Nordahl, che nel 1958 porta la Roma al sesto posto ma in due fasi tribolate: prima viene cacciato all’ottava giornata di campionato (arriva György Sarosi), poi viene richiamato – modello Zamparini ante litteram – alla venticinquesima.

ÈRA MODERNA –  Anno 1984, l’eredità (pesantissima) di Niels Liedholm viene presa da un altro svedese, Sven Goran Eriksson, rubato da Dino Viola al Benfica. Calcio offensivo, idee innovative: settimo posto al primo anno. Viola crede in lui e infatti l’anno successivo sfiora lo scudetto, che Sven vince a Roma, ma con la Lazio, qualche anno dopo. Non parliamo di quello che ha fatto Carlos Bianchi, ingaggiato esattamente dieci anni dopo da Franco Sensi. Arriva dal Velez con cui aveva conquistato il mondo. A Roma viene esonerato a metà stagione. Nessuno lo ha mai rimpianto da queste parti. Dall’esonerato Bianchi al dimesso Rudi Voeller, arrivato in soccorso della sua Roma per espressa volontà di Franco Baldini che aveva appena perso Cesare Prandelli. Rudi esordisce con una vittoria, poi due sconfitte, un pari e un non ce la faccio più. Arrivederci. L’ultimo esordiente in A sulla panchina giallorossa si chiama Luis Enrique. Settimo posto, due derby persi, tante figuracce. Maluccio anche lui.

ESORDIENTI DIVERSI –  Non inseriti nella lista tutti quegli allenatori, sì esordienti, ma subentrati in corsa. E sono, in ordine di apparizione, Luis Mirò (1963), Naim Krieziu (1964), Luciano Tessari (1974), Luciano Spinosi (1989), Bruno Conti (2005), Vincenzo Montella (2011) e Aurelio Andreazzoli (2013).

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