(G. Piacentini) – «Una scommessa, io?». È seriamente sorpreso Maicon, 32 anni appena compiuti e una bacheca personale da fare invidia a molti club (anche titolati) europei, quando sente rivolgersi questa domanda. Passato lo stupore, però, la sua risposta fa capire quanto con il suo arrivo abbia alzato il livello di leadership dentro lo spogliatoio. «Non devo dimostrare niente a nessuno, quello che so fare lo devo dimostrare sul campo e la mia vita privata non conta niente».
Il messaggio è chiaro, e le sue parole trovano il conforto di una condizione fisica che è migliorata gradualmente, fino a convincere non solo Rudi Garcia ma anche Felipe Scolari, che lo ha riconvocato con la Seleçao. «Sono contento di tornare in nazionale e sono pronto per dare il massimo in giallorosso, già da Livorno. Garcia ha avuto un ruolo importante nella mia decisione: mi ha dato tanta fiducia e mi ha detto che mi voleva. Ho scelto la Roma perché mi ha voluto con il cuore, e io voglio ripagarli per questo. I tifosi alla presentazione sono stati straordinari, ma lo avevo capito già da quando sono venuti ad aspettarmi all’aeroporto alle 6 di mattina».
Dopo le cessioni di Marquinhos e Osvaldo, e quella in dirittura d’arrivo di Lamela, il rischio è di ritrovarsi in una squadra più debole. «Quando vanno via i giocatori è una scelta loro e della società. Credo che la Roma abbia personalità, da avversario mi ha messo sempre in difficoltà. Obiettivi? Dire che vinceremo lo scudetto o arriveremo in Champions non sarebbe giusto, però faremo di tutto per stare nelle prime tre posizioni. Quando si gioca nella Roma si deve portare avanti ogni competizione per vincere, e noi non possiamo sbagliare niente»