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LA REPUBBLICA Roma, un mercato di rinunce: anche Lamela è pronto a partire

Bradley Lamela

(M. Pinci) – Ferragosto è lontano, ma a Roma vanno ancora di moda le partenze intelligenti. L’ultima in ordine di tempo — ma sulla definizione i tifosi romanisti avrebbero almeno da ridire — è quella di Erik Lamela, vicino, vicinissimo a lasciare Roma per volare a Londra: lo aspetta il Tottenham, con cui la scorsa notte l’agente Sabbag ha raggiunto un accordo da 2,4 milioni annui. Manca ancora, semmai, quello tra gli inglesi e la società giallorossa: una forbice non troppo ampia, ma ancora consistente, con gli Spurs fermi a un’offerta di 28 milioni, 4 in meno della richiesta romanista di 32. L’intesa andrà trovata a metà strada, magari a 30 milioni più bonus, poi andrà accontentato anche il papà Jorge Lamela, capace di sfidare la ritrosia di Baldini chiedendo cifre sopra il milione per il “disturbo” di organizzare il trasloco. Ma il trasferimento è già diventato una questione familiare, mobilitando su twitter dopo la fidanzata di Erik anche il fratello Brian («Più che sicuro che va in Inghilterra»). Lamela, forse sentendosi già a Londra, avrebbe persino voluto evitare la presentazione di mercoledì: l’ultima parola sul trasferimento spetterà però al presidente Pallotta, unico autorizzato a dire “ok, il prezzo è giusto”.

Più complicato convincere della bontà dell’operazione l’umore dei supporter romanisti, spalmato su cinquanta sfumature di grigio: dalla perplessità alla delusione fino alla rabbia per un mercato che sembrava proiettare la Roma a ridosso della corsa scudetto e ora torna ad alimentare timori di un’annata in chiaro-scuro. Come le ultime. Eppure a fine estate le operazioni più nobili in uscita — appena verrà conclusa quella dell’argentino — avranno fruttato qualcosa come 75 milioni di euro. I conti sono facilissimi: 27,4 Marquinhos, 15 più 2 di bonus Osvaldo, una trentina Lamela. Un terzetto che negli ultimi due anni era stato acquistato per 37 milioni, sostanzialmente la metà esatta. Vuol dire che il biennio di fallimenti è servito almeno a valorizzare il parco calciatori raddoppiandone il valore. Anche Marquinho ringrazia: prima ancora del collega argentino, sarà lui a lasciare Roma per volare a Torino, erede di Giaccherini nella Juve di Conte.

Ma quale spirito muove le fila del mercato romanista? Svezzare i giovani per cederli come l’Udinese, o vendere per comprare campioni? Come previsto Torres è destinato a restare un sogno, i nomi in corsa, da Demba Ba del Chelsea a Adrian dell’Atletico Madrid fino ai semi sconosciuti Rebic (Spalato), Stocker, Adili (Basilea), non infiammano ambizioni e speranze. Ma i conti impongono tagli drastici: i mancati ricavi delle coppe europee per il terzo anno di fila, gli oltre 40 milioni di rosso sul mercato delle ultime estati, cifre da coprire con sacrifici anche dolorosi. Pallotta lo ha imposto durante il vertice di Boston, pensando magari anche ai rinnovi di contratto di Totti e Pjanic: nuovi costi da sostenere. In un modo o nell’altro.

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