(A. Polverosi) – I dati statistici di Livorno-Roma sono così impietosi nei confronti dei toscani (69 per cento di possesso palla romanista, tiri 13 a 6, passaggi riusciti 533 a 190) che danno l’idea della partita che è stata e suggeriscono di non prendere per oro colato tutto quanto di buono si è visto sul fronte giallorosso. Tuttavia, da qui dobbiamo partire per cominciare a capire come sarà la squadra di Garcia. E per entrare in sintonia col lavoro del tecnico francese conviene puntare su tre aspetti nuovi o quasi nuovi: quanto e cosa porta un giocatore come Maicon nel gioco (soprattutto quello d’attacco) della Roma, quanto e come deve sveltirsi la coppia di difensori centrali Benatia-Castan, dove e come deve giocare De Rossi per dare equilibrio sul piano tattico e impulso all’azione. (…)
MAICON – Josè Mourinho ha vinto il primo scudetto all’Inter grazie a due schemi. Il primo: lancione di Materazzi per Ibrahimovic, poi ci pensa lui. Il secondo: attacco di Maicon sulla fascia destra, difese avversarie schiantate. Questo succedeva nel campionato 2008-09, Maicon era all’Inter dal 2006, dove era arrivato grazie a un’idea di Roberto Mancini. In quel periodo è stato, insieme a Daniel Alves e Sergio Ramos, uno dei tre migliori interpreti del ruolo di terzino destro nel mondo. L’ultimo anno milanese era stato una pena, per questo l’Inter aveva accettato di buon grado l’offerta del Manchester City, dove sempre Mancini sperava di rigenerarlo. Missione fallita. Da qui nascevano legittimi dubbi intorno alla salute, alla forza e alla motivazione di Maicon, una volta rientrato in Serie A. Dubbi che, se basta una partita, si sono dissolti. A Livorno, il terzino brasiliano ha giocato con la stessa forza e la stessa personalità dei migliori tempi interisti. Ha giocato come se fosse sempre stato il terzino della Roma. Datemi palla, ci penso io. (…) Maicon ha concluso la sua prima bella partita nella Roma controllando una palla di coscia, alzandola col destro quel tanto necessario per far partire una sventola sempre di destro su cui Bardi ha fatto una paratona. Non è un ragazzino, ma a 32 anni è ancora in possesso di una notevole vitalità. (…)
BENATIA & CASTAN – Quanto sia largo e profondo il vuoto che ha lasciato Marquinhos nella difesa della Roma lo diranno partite diverse da quella di Livorno: per demerito degli amaranto, non c’è stato un momento in cui la Roma ha rischiato di prendere gol e la conclusione più pericolosa è stata una punizione da 40 metri di Emerson parata da De Sanctis. Tuttavia la nuova coppia Benatia-Castan ha mostrato, diciamo confermato, una caratteristica che deve essere migliorata più in fretta possibile: non è una coppia veloce, non è rapida sul breve, non è reattiva. Dà una forte sensazione di sicurezza, sa come mettersi, come muoversi, come proteggere la propria area soprattutto nel gioco aereo, ma la sveltezza è un’assenza strutturale. Tenendo De Rossi davanti a questa coppia, Garcia ha evitato qualunque impiccio: passare in mezzo a quel trio è stato impossibile per l’isolatissimo Paulinho. Ma quando i due sono stati costretti a uscire dalla loro zona di competenza, come è successo a Castan al 22’ del primo tempo, si è notata la difficoltà: Castan ha perso l’attimo, messo giù Luci in malo modo e beccato la prima ammonizione romanista della stagione; lo stesso ha fatto Benatia nella ripresa quando è uscito dalla linea per… ammorbidire Paulinho: altro giallo. Già alla prima giornata, un’ammonizione a testa per i due centrali. Come detto, nessuno dei due ha mai tremato. (…)
DE ROSSI – In America anche Rudi Garcia aveva provato a lungo il centrocampo rotante, con tre interpreti (spesso De Rossi, Pjanic e Strootman) che si scambiavano la posizione. Poi è arrivata Italia-Argentina all’Olimpico e De Rossi è stato schierato da Prandelli come centrale nella difesa a 4. Il ct lo ha fatto per una serie di ragioni: per avere una soluzione alternativa in caso di emergenza e per inserire, a partita in corso, un centrocampista in più al posto di un difensore, sapendo che De Rossi può giocare centrale anche in una linea a 4, non solo a 3. Per quanto si è capito a Livorno, almeno per ora Garcia non vede e non pensa a un De Rossi al posto di Castan o Benatia, ma, a differenza di quanto era successo nelle amichevoli degli States, stavolta la posizione di Daniele è stata fissa, o quasi, davanti alla difesa, con Bradley e Pjanic una ventina di metri più avanti di lui. I tre si sono scambiati un paio di volte, ma De Rossi ha tenuto la posizione di centrale per almeno 80 minuti. Del resto anche Luis Enrique, che, come ha fatto Garcia a Livorno, sganciava contemporaneamente i due esterni, teneva De Rossi davanti alla coppia centrale della difesa e se quello sarà il suo ruolo ideale lo diranno solo le prossime gare. (…)