(C. Zucchelli) Garcia lo aveva detto a Sabatini già due anni e mezzo fa, quando era stato contattato per prendere il posto di Montella: «Mi piacciono le squadre dove i giocatori siano interscambiabili e sappiano fare più ruoli e più moduli». Sabatini era rimasto affascinato dai discorsi del francese—oltre che dalle partite del Lille — ma non era riuscito a convincere Baldini, innamorato di Luis Enrique. Adesso il tecnico, dando seguito a quella chiacchierata di due anni fa, ha a disposizione giocatori in grado di adattarsi alle esigenze di squadra e partita. Qualche esempio? Florenzi si diverte a fare l’ala, Taddei sa che giocherà poco ma gli piace essere impiegato a centrocampo, Jedvaj si sta scoprendo anche terzino destro (e Maicon è un bel maestro) e Pjanic e Strootman si scambiano senza problemi le posizioni da intermedi. Garcia spiega ogni sua idea alla squadra, sempre molto attenta e curiosa, con l’aiuto di video e lavagne. Ieri, nell’amichevole terminata 20 contro la Primavera, Garcia ha provato Jedvaj, Taddei e Marquinho a centrocampo all’inizio, per poi spostare quest’ultimo in attacco avanzando a centrocampo Dodò.
«Insieme» L’allenatore ha fatto provare alla squadra tutti i movimenti che vuole vedere in partita. Nel silenzio generale, si sentivano solo gli ammonimenti del tecnico e dei suoi collaboratori che si alternavano nel dare indicazioni dal campo prima e da un balcone poi. «Insieme, insieme», gridava il francese. Bene è andato Borriello (doppietta), bene pure Ljajic, impiegato a destra. Il serbo però può giocare anche come terminale avanzato (con lo spostamento di Totti a sinistra) e lo stesso può fare Gervinho, magari quando sulla fascia serve uno come Florenzi. A centrocampo (a proposito, ieri a Trigoria si è visto Perrotta, per una visita di cortesia) gli intoccabili sono De Rossi, Pjanic e Strootman,maquesti ultimi due si scambiano spesso la posizione. Qualora mancasse Daniele, Garcia può contare su Bradley, ma anche lo stesso olandese può essere spostato in mezzo. «Ogni giocatore deve saper fare più cose», l’ammonimento di Garcia il primo giorno di lavoro a Riscone. Sono passati poco meno di due mesi e il concetto sembra già essere entrato nella testa di tutti.