“Lascio l’unica vita che ho conosciuto” disse ai suoi tifosi quasi un anno fa dopo che gli fu diagnosticata una forma di leucemia acuta. Il suo nome è Stiliyan Petrov, all’epoca dei fatti trentatreenne calciatore bulgaro, una carriera oltremanica vestendo le maglie di Celtic ed Aston Villa oltre che quelle della sua nazionale. Il numero 19 dei Claret & Blue aveva proseguito: “Dovrò affrontarla con tutta l’energia che ho messo nelle mie sfide”. A distanza di un anno da quell‘annuncio choc il generoso centrocampista dell’Aston Villa, un passato di 7 anni nel Celtic (1999-2006) squadra con la quale ha conseguito numerosi trionfi, è tornato a calcare il prato di un rettangolo verde, stavolta per dire addio in maniera ufficiale, con guadagnata gloria, al calcio giocato. La malattia è in regressione, il volitivo mediano sembra esser riuscito nella sua impresa più grande. Nonostante questo, superate le trentaquattro primavere, Petrov ha deciso di formalizzare il suo ritiro e per farlo ha scelto un palcoscenico d’eccezione: il Celtic Park, teatro di infinite battaglie ed inebrianti successi, questa volta ultima emozionante cornice della sua carriera da giocatore. Una gara speciale, una maratona di beneficenza intitolata “#19 Legends”, in omaggio al suo numero di maglia, il diciannove protagonista di una storia molto toccante: Sette giorni dopo l’annuncio della malattia, il calciatore si trovava al Villa Park in veste di tifoso quando, al minuto 19, tutto lo stadio gli tributò una lunga standing ovation. Durante il periodo della terapia i tifosi dell’Aston Villa hanno continuato ad alzarsi in piedi ed applaudire allo scoccare del minuto 19. Un gesto sentito per mostrare la vicinanza e l’empatia al proprio beniamino nel momento più difficile.
Tornando alla gara di Parkhead, l’incontro è stato organizzato per raccogliere fondi da destinare ai malati oncologici. La risposta del pubblico di fede Celtic non si è fatta attendere: tutto esaurito per l’ultima di Petrov in maglia biancoverde. 60mila presenti, ad assistere alla sfida, a cui hanno partecipato numerosi compagni come Henrik Larsson, Paul Lambert, Chris Sutton. Tutti insieme per salutare l’amico Stan, questo il soprannome affibbiato al centrocampista nei suoi lunghi trascorsi sotto la corona del Regno Unito. Da brividi l’epilogo dell’incontro con Petrov visibilmente commosso nell’effettuazione dell’ultimo giro di campo, svolto in compagnia dei suoi 2 figli – Kristiyan e Stiliyan Jr. – assieme alla moglie Paulina mentre i tifosi accompagnavano la sfilata con il celebre ed emozionante inno del club. Un canto di gioia, un inno alla vita o più semplicemente la testimonianza di una grande vicinanza alle sue vicissitudini. “You’ll never walk alone…” Il Celtic non sarà mai solo, così come il cammino del centrocampista bulgaro, perennemente accompagnato dall’affetto incontenibile delle persone che lo circondano. Ancora al suo fianco per lottare e soffrire insieme, sulla falsariga di quanto accaduto per anni sui manti erbosi dei numerosi stadi solcati dai suoi tacchetti.
Petrov lascia l’attività agonistica dopo 106 gare disputate con la nazionale condite da 8 marcature, sette anni con la maglia dell’Aston Villa(2006-2013),186 presenze adornate con 9 reti, ed altrettanti con quella del Celtic(1999-2006) dove in 225 gettoni ha regalato ai suoi tifosi 55 gol. I Villans gli hanno affidato un ruolo nello staff tecnico della squadra Under 21 e lui, pronto ad intraprendere il suo nuovo corso, ha deciso di lasciarsi alle spalle l’inferno passato nell’ultimo anno, tornando a parlare dell’applauso caloroso e commovente reiterato dai tifosi Claret & Blue durante ogni partita:
“E’ stato un gesto meraviglioso, il vostro. Ha significato molto per me e per la mia famiglia in un momento durissimo. Ma ora dobbiamo andare avanti. Io e voi”. Un taglio netto,emblema della voglia di vivere attivamente la propria vita senza mai darsi per vinto. Di ripartire da zero con caparbietà verso nuovi obiettivi. Consapevole che la battaglia più grande e difficile della sua carriera l’ha visto prevalere, come spesso accadeva sui verdi campi dove il mediano bulgaro liberava tutta la sua energia: sgomitava, suggeriva, ogni tanto segnava e quando serviva entrava duro in tackle sugli avversari. Palla o piede, tranciante nell’intervento, anche contro la malattia.
C’mon Stiliyan….” You’ll never walk alone…”.
A cura di Danilo Sancamillo
Twitter @DSancamillo